GENERE: Commedia
REGIA: Woody Allen
SCENEGGIATURA: Woody Allen
ATTORI: Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Alison Pill, Flavio Parenti, Riccardo Scamarcio, Alessandro Tiberi, Fabio Armiliato.
FOTOGRAFIA: Darius Khondji
MONTAGGIO: Alisa Lepselter
PRODUZIONE: Perdido, Gravier Productions, Medusa Film
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: USA 2012
DURATA: 111 Min
FORMATO: Colore
Sito Italiano
Trama:
To Rome with Love di Woody Allen è un film su persone che hanno avventure che cambieranno per sempre la loro vita.
Commento:
Girare un film all’anno non è proprio semplicissimo anche per un grandissimo regista come Woody Allen che dal 1982 ci regala ininterrottamente senza pausa una sua opera (solo dal 66 al 80 si è concesso degli intervalli), tuttavia non è facile trovare clamorosi passi falsi nella sua sconfinata filmografia. Certo non tutte le ciambelle riescono con il buco ma esiste sempre un motivo per guardare una sua opera. Ispirato alle novelle di Boccaccio il film è dedicato alla città eterna, una Roma che paradossalmente da romano stento a riconoscere. Non c’è traccia della Roma di oggi fatta di traffico impazzito, del rumore, dei clacson, il film è intriso di un silenzio che non ci appartiene. Non c’è orma alcuna dei mercati rionali quei pochi che resistono, non ci sono i romani.
Allen ci regala la solita Roma da cartolina fotografata da tutti i registi stranieri che si sono accampati all’ombra del Colosseo. Il suo lavoro sembra voler omaggiare più il cinema italiano di Fellini con sequenze a Fontana di Trevi, al Colosseo, a Via Veneto e aVilla Borghese. Una città rappresentata solo dal punto di vista estetico, dove i romani quelli veri sono banditi. Un grandissimo attore e uomo come Benigni, orgoglio italiano a livello internazionale, è sicuramente un vanto in una pellicola ma non c’è nulla di romano in lui, tranne che da molti anni vive a Roma.
Sinceramente non ho apprezzato neanche l’idea di iniziare un film con il brano “Volare”, sicuramente il brano italiano più famoso al mondo tuttavia adatto ad una città come Napoli. Non un brano Trasteverino, un motivetto che ricordi Testaccio. Zone intere rappresentate da bar e locali. Marche e marchette poste in ogni piccola inquadratura. Un lavoro pubblicitario. Nella precedente opera dedicata a Parigi si respirava l’aria sognate di una città meravigliosa per quanto rappresentata solo nella parte bene quella da "Bere".
Era un Allen decisamente più ispirato quello che si è espresso in terra di Francia, con un soggetto e un idea solida. Noi veniamo dipinti come un popolo di frengnaccioni e culturalmente di un livello sempre più basso, pensiero realista, rappresentato con una sceneggiatura concettualmente degna di un film di Neri Parenti o Vanzina. La sua è una rappresentazione di un Italia visivamente splendida ma culturalmente quasi azzerata, preda di politici papponi, amanti del sesso e schiavi dei mass media. Ne esce fuori un quadro disarmante aiutato da recitazioni quasi tutte poco azzeccate. Qualcosa da salvare comunque resta, il film scorre nella sua mediocrità e diverte almeno dalla risate in sala che sono state sonore rispetto agli ultimi precedenti lavori. Troppo poco. Troppo poco per essere un film di Allen. Troppo poco per l'Italia e per Roma.
Pro.
Le trovate divertenti ci sono.
Contro.
Un regista irriconoscibile per molti aspetti.
Una città non rappresentata degnamente.
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