GENERE: Azione, Fantasy, Avventura
REGIA: Marc Webb
SCENEGGIATURA: James Vanderbilt, Alvin Sargent, Steve Kloves
ATTORI: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Sally Field, C. Thomas Howell, Denis Leary, Embeth Davidtz, Campbell Scott, Kari Coleman, Chris Zylka, Irrfan Khan, Max Charles, Ryan Keiffer, Michael Barra, Leif Gantvoort, Andy Pessoa, Hannah Marks, Kelsey Chow, Stan Lee
FOTOGRAFIA: John Schwartzman
MONTAGGIO: Alan Edward Bell, Pietro Scalia
MUSICHE: James Horner
PRODUZIONE: Columbia Pictures, Laura Ziskin Productions, Marvel Enterprises
DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Releasing Italia
PAESE: USA 2012
DURATA: 136 Min
FORMATO: Colore 3D
Sito Italiano
Trama:
Peter Parker, un liceale emarginato che è stato abbandonato da piccolo
dai genitori e affidato allo zio Ben e alla zia May. Come la maggior
parte degli adolescenti, Peter cerca di capire chi è e come è diventato
la persona che è adesso. Peter cerca la sua strada insieme alla ragazza
per cui si è preso una cotta, Gwen Stacy, e insieme i due affronteranno
l'amore, l'impegno e tanti segreti. Quando Peter scopre una misteriosa
valigetta che apparteneva a suo padre, inizia una ricerca per capire il
perché della scomparsa dei genitori - e questo lo porta direttamente a
Oscorp e al laboratorio del Dr. Curt Connors, il vecchio socio del
padre. Quando, come Spider-Man, entrerà in rotta di collisione con
l'alter ego di Connors, Lizard, Peter sceglie di usare i suoi poteri e
diventare un eroe, anche se questo cambierà radicalmente la sua vita.
Commento:
Alla fine del terzo capitolo (2007) della trilogia di Sam Raimi, non erano pochi i fan interdetti per la realizzazione qualitativa non propriamente in linea con i precedenti episodi. Altri erano infelici per quella che si prospettava essere la conclusione della saga cinematografica. Dopo gli ottimi incassi di “Spiderman 3” contrariamente a quanto preventivato fu prepotentemente annunciata la produzione di un quarto lungometraggio. Leggenda vuole che dopo varie peripezie e disaccordi tra produzione e Sam Raimi, si arrivò alla rottura del rapporto e cancellazione del progetto con conseguente annuncio, di un nuovo riavvio della saga.
Tra smentite, conferme e lo sgomento/sdegno degli affezionati della prima trilogia sono passati 2 anni. Mesi e giorni in cui non sono mancate le perplessità e le malignità su di un progetto che oggettivamente è nato con il principale scopo di incassare nuove liquidatà. Questa è una affermazione alla capitan ovvio! E’ chiaro che a Hollywood non hanno intenzione di omaggiare l’uomo ragno. Tuttavia in molti ancora non hanno ben compreso il perché di questo nuovo inizio, altri hanno interpretato questa nuova uscita come un remake prematuro di un film uscito solo 10 anni prima. Si è parlato ancora una volta di crisi di idee per il cinema americano, affermazione per di più vera, tuttavia restano battute di chi in realtà non conosce il fumetto, le sfaccettature, le diverse storie e percorsi che negli anni sono stati intraprese da Peter Parker/Spiderman.
Sorvolando sulle varie dichiarazioni e sul perché questo film è inutile per determinati detrattori incalliti, iniziamo subito con il dire che la storia che avete visto fino ad oggi al cinema non seguiva prettamente un percorso lineare. La nascita del famoso aracnide in calzamaglia, la storia mostrata, ha perso per strada più di un componente importante per la crescita del personaggio, tra cui il primo amore, che sono visceralmente legati alla storia. Ispirata ma non fedele alla gesta della saga Ultimate, lo Spiderman di Raimi mostra un supereroe in preda ad una drammaticità e ad una sofferenza degli avvenimenti più marcate. Perde quasi subito grossa parte del lato ironico che da sempre ha caratterizzato i primi anni del personaggio. Smarrisce un volto storico e fondamentale della sua maturazione come Gwen Stacy e tante altre piccole caratteristiche. Naturalmente questa lunga introduzione non è mossa a screditare il buon lavoro del regista de “La Casa” ma vuole solo impostare un focus sulla necessita e la voglia di ripartire da capo.
Chiusa una parte dell’universo dell’uomo ragno, se ne apre un’altra. Un passo in avanti in termini di spettacolarità dell’azione (10 anni di tecnologia sono tanti) e un passo indietro, non qualitativamente, sulle vere origini di Peter Parker. Ci viene mostrato un personaggio più infantile, che frequenta il liceo, gli anni degli ormoni impazziti, delle prime cotte, dei coetanei prepotenti che denigrano i più deboli, una vita da outsider. Un percorso di creazione del supereroe assolutamente più marcata rispetto al titolo precedente. Una costruzione che come pianificazione ricorda ed è pienamente debitrice al “Batman Begins “di Christopher Nolan.
L’interpretazione di Andrew Garfield, per chi scrive uno dei migliori attori della nuova generazione, è convincente. Tranquillo, deriso da tutti e impacciato con le donne, diventa strafottente e ironico con l’avvento e la consapevolezza dei suoi superpoteri. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, il giovane Parker muta il suo carattere senza per questo dimenticare l’ironia e la spontaneità del suo personaggio a fumetti. Qualcuno storcerà il naso su tanta comicità, ebbene sarà meglio confermare per l’ennesima volta che non ci troviamo di fronte ad una parodia del film precedente. Questo è un nuovo inizio che si riavvicina molto all’idea originale del primo Uomo Ragno, quello su carta stampata e dei cartoni animati. Libero dalla maggior parte dei drammi che successivamente ne hanno mutato il carattere.
L’inserimento del personaggio di Gwen Stacy come già detto, segna il debutto e reintegra una parte fondamentale della storia, il primo vero amore di Peter Parker, un sentimento e un rapporto importate che marchierà per sempre il nostro eroe. Speriamo di rivivere con i prossimi capitoli tutte le parti fondamentali della loro storia fino alla tragica notte in cui………(No spoiler). Piccola curiosità quando contattarono David Fincher per il primo lungometraggio della saga, lui voleva rappresentare proprio questa famosissima parte della storia.
Delicata e convincente anche se un po’ sottotono la prova di una sempre graziosa Emma Stone. Ottimamente riproposto il villain di turno che questa volta prende le sembianze di Lizard/Curt Connors (Rhys Ifans) un lucertolone gigantesco creato con una mutazione di dna umano mescolato con quello di una lucertola. Da segnalare anche le buone partecipazioni di Martin Sheen (Ben Parker), Sally Field (May Parker) e il solito cameo immancabile di Stan Lee, tra i migliori di sempre per simpatia e comicità.
Tecnicamente parlando siamo su alti livelli, dalla discreta sceneggiatura, che parte dalle fragilità dei protagonisti, e mescola con criterio azione e formazione di un giovane uomo/eroe. Fino al magnifico uso degli effetti speciali. La regia sa osare prendendo in prestito l’inquadratura in soggettiva di un videogioco come “Mirror’s Edge”, per calare lo spettatore nei panni del protagonista tra un salto e l’altro tra i grattacieli di NY. Ho visto il film in 2D ma credo che in questo frangente la terza dimensione possa offrire qualcosina di più dal lato spettacolare (le scene comunque sono poche).
Azzeccata la decisione di riproporre le ragnatele con un dispositivo inventato dalla stesso Parker tramite il biocavo creato dalla Oscorp e non continuando con l’idea di matrice organica inserita da Raimi. Meravigliosa la nuova tuta costruita in Spandex Elastam. In definitiva un giusto riavvio che non toglie nessun merito alla precedente saga, tuttavia aggiunge invece con pregio determinate caratteristiche smarrite con il tempo nei passati lavori. Ora non ci resta che aspettare il responso del pubblico e del tanto probabile quanto sicuro secondo capitolo. Personalmente posso affermare di preferire questa versione.
Pro.
Ritorno di caratteristiche perse o smarrite nel progetto passato.
Adrenalinico e Ironico.
Buona creazione del personaggio.
Contro.
Adrenalinico e Ironico.
Buona creazione del personaggio.
Contro.
Pochi gli anni trascorsi dalla fine della precedente trilogia.
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