GENERE: Documentario
REGIA: Sergio Naitza
SCENEGGIATURA: Sergio Naitza
ATTORI: Tiberio Murgia, Lando Buzzanca, Nino Castelnuovo, Vittorio Congia, Enzo Garinei, Riccardo Garrone, Marco Leandris, Benito Urgu, Saverio Vallone, Maria Grazia Buccella, Claudia Cardinale, Valeria Fabrizi, Vittorina Ledda, Antonella Lualdi, Giorgia Moll, Gina Rovere, Marcella Rufini, Corrado Farina, Mariano Laurenti, Mario Monicelli, Filippo Martinez, Paolo Todisco.
FOTOGRAFIA: Luca Melis
MONTAGGIO: Davide Melis
MUSICHE: Romeo Scaccia, Mirco Menna
PRODUZIONE: KAREL
PAESE: ITA 2012
FORMATO: Colore
Sito Italiano
Trama:
Quasi mezzo secolo di carriera, 155 film, un pezzo di storia del cinema italiano attraversato con l'inconfondibile presenza altera e imperturbabile che ha codificato lo stereotipo del meridionale irascibile e focoso. È Tiberio Murgia, sardo di Oristano, scomparso nell’agosto 2010 all’età di 81 anni, attore di cinema e teatro, una vita da caratterista di successo da quando il regista Mario Monicelli lo prese dalla strada e lo scritturò nel 1957 per il ruolo di Ferribotte nel film "I soliti ignoti" trasformandolo in siciliano.
Commento:
Falso d’autore, caratterista di successo, siciliano d’adozione cinematografica. La vita di Tiberio Murgia, sardo, inventato attore siculo dal genio immortale di Mario Monicelli. Una delle maschere cinematografiche italiane più importanti del nostro cinema dal dopo guerra ad oggi. Un lungo documentario che traccia i ricordi personali dell’attore, accompagnati da interessanti aneddoti e testimonianze di amici, critici, colleghi e familiari. Nato ad Oristano (Sardegna) fu notato e scritturato per la strada da Monicelli per il ruolo di Ferribotte (“I soliti Ignoti”) che come già precedentemente accennato tramuto questo piccolo sardo in un perfetto siciliano. Da quel ruolo del 1957 Murgia ha traversato generi e sottogeneri cinematografici in oltre 155 film, indossando quasi sempre la maschera di picciotto geloso e/o sciupa femmine.
Titoli come “La grande guerra”, o “La ragazza con la Pistola” sono pellicole eterne immortalate nella memoria di ogni spettatore che si rispetti. Con loro c’è anche il compianto Tiberio scomparso nel 2012 all’età di 81 anni. Ora al fianco di Alberto Sordi, ora alla sinistra di Vittorio Gassman, passando per Mastroianni, Manfredi, Totò, Monica Vitti, Vittorio De Sica, Peter Sellers e Franco e Ciccio. Lui è presente, attivo con un piccolo ruolo, un cameo o una battuta. Il documentario ne traccia la vita, l’identità di sardo che si riscatta dopo un’infanzia difficile fatta di fame e povertà. Emigrato a Roma, per motivi di tradimento, inizia a lavorare come manovale e lavapiatti fino all'incontro che cambierà per sempre la sua vita. L’attore che incontra l’uomo e viceversa una lunga avventura, dove viene messa a nudo la scapestrata vita privata, fatta di scappatelle e tentativi di nascondersi sotto ogni sottana di ogni donna incontrata. La lunga intervista, in gran parte risalente a due mesi prima della sua morte, inserita nel lungo percorso è il giusto omaggio ad un uomo che solo con l’aiuto del suo volto bucava lo schermo.
Capello corvino, sopracciglia cespugliose e baffetti inseriti in un volto che con quel mento sporgente era difficile non notare e dimenticare. Buffo, maldestro, geloso ma anche timido e rispettoso Murgia era nella vita come nei suoi film. Quel ruolo disegnato per lui da Monicelli, diventato emblema di tutta la sua carriera non era poi tanto distante dal vero e reale Tiberio. Omaggio riuscito, sentito e generoso di Sergio Naitza, regista e critico cinematografico presso L’Unione Sarda. Un lavoro appassionante, curioso e interessante che soffre solo in parte della lunga durata 103 minuti, farciti da troppi momenti prolissi e ripetitivi sull'attore e il suo amore insano per le donne. Un'opera dovuta nei confronti di un personaggio entrato nella storia del nostro cinema.
Pro.
- Divertenti aneddoti sul personaggio e l’uomo.
- Omaggio dovuto e interessante.
Contro.
- Durata eccessiva visto che spesso l’argomento è circolare. Donne, donne e ancora donne.
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