USCITA CINEMA: 31/01/2013
GENERE: Drammatico, Musical
REGIA: Tom Hooper
SCENEGGIATURA: William Nicholson
ATTORI: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Eddie Redmayne, Samantha Barks, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter.
FOTOGRAFIA: Danny Cohen
MONTAGGIO: Chris Dickens
MUSICHE: Claude-Michel Schönberg
PRODUZIONE: Working Title Films
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: USA 2012
DURATA: 158 Min
FORMATO: Colore
Sito Ufficiale
Trama:
Un adattamento del musical teatrale di successo basato sul romanzo omonimo di Victor Hugo pubblicato nel 1862, ambientato nella Francia del diciannovesimo secolo; il detenuto Jean Valjean rilasciato sulla parola cerca la redenzione.
Commento:
Dopo il successo di critica e pubblico, ottenuto grazie anche all’Oscar come miglior film per “Il Discorso del Re” (2010), il ritorno in sala del regista Tom Hooper era attesissimo. Personalmente ho apprezzato positivamente i problemi di balbuzie di Re Giorgio VI ma ancora di più, da appassionato di calcio, ho adorato alla follia il precedente “Il Maledetto United” (2009). Oggettivamente non sono certo il più indicato per analizzare e commentare la realizzazione dei Musical, del resto è noto ai più il mio poco feeling con il genere, ciò nonostante visto il mio gradimento verso l’operato del regista inglese non mi sono certo tirato indietro.
Candidato alla bellezza di ben 8 premi Oscar, un classico per produzioni di questo livello, il film è l’adattamento cinematografico del celebre romanzo di Victor Hugo, ed è basato sull’omonimo musical teatrale di enorme successo e longevità. Ambientato in un arco di tempo di circa 20 anni nella Parigi post “restaurazione”, è una storia di redenzione tra cadute e risalite del suo protagonista principale Jean Valjean (Hugh Jackman). Le critiche degli affezionati al musical teatrale originale non sono mancate. Non nutro dubbi sulla reale superiorità artistica di quest’ultimo, tuttavia a me questo film è piaciuto e non poco. La pellicola soffre di un adattamento nei testi in italiano, il film è al 90% sottotitolato, non perfettamente adeguato. Non sono pochi i punti dove, viene tradotto letteralmente il vocabolo quasi parola per parola, invece del significato. Questo comporta a mio modesto parere non pochi problemi di fruibilità, soprattutto nella parte centrale dove il ritmo è più rilassato e il continuo utilizzo del cantato al posto dei dialoghi non aiuta.
A H. Jackman dovrebbero dare un premio a parte, è in nomination agli Oscar, per come da solo regge grazie al suo operato praticamente il 70% dell’intera messa in scena. Questo senza nulla toglie al resto del cast, tutti chi più, chi meno, bravissimi nel proprio ruolo, ma a mio modesto parerete, non completamente convincenti come il caro vecchio Wolverine. La realizzazione tecnica è splendida, bellissimi i costumi così come la ricostruzione degli ambienti veramente imponenti. L’idea di abbondare rischiosamente con i primi piani degli attori dona al tutto il film un look televisivo gradevole che prende prepotentemente le distanze dal concetto di teatralità dell’opera. Un lavoro di prevedibile potenza sonora, bellissimi e trascinati molti dei brani proposti, e caratterizzato da un imponente impatto emotivo.
Concepito come un opera lirica il film non deluderà sicuramente le aspettative dei meno esigenti. La narrazione anche se frammentata sa coinvolgere, grazie a picchi di intensità emotiva e rivoluzionaria, visto anche il periodo, di assoluta presa nei confronti del suo pubblico. Maestosi i momenti corali come la Master of the House di S.B. Cohen e H.B.Carter, i dolcissimi tormenti d’amore di Eponine in On My Own, e l’indimenticabile chiamata alle armi “Do You Hear the People Sing?”. In definitiva una opera emozionante, tecnicamente impeccabile, che si segnala anche per l’ottima intuizione di prediligere la via della recitazione live canora a quella classica del playback.
Pro.
- Ottime interpretazioni premiate con più di una nomination agli Oscar.
- Emotivamente forte.
- Tecnicamente valido.
Contro.
- Adattamento dei testi in lingua italiana da rivedere.
- Parte centrale non perfetta.
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