Seconda Recensione per il Bellissimo “Come un Tuono” dopo l’ottima analisi di BettyBoy che trovate qui insieme alla scheda del film. Per la prima volta da quando Daruma ha aperto i battenti un film si aggiudica addirittura due recensioni. La seconda porta la firma del sottoscritto.
Quattro uomini, due generazioni vittime di un passato sanguinoso. Derek Cianfrance si conferma sedotto dalle vicende familiare tormentate, così dopo i fratelli di “Brother Tied” e gli amanti “Blue Valantine” punta il suo obbiettivo sui padri e i figli in questa pellicola che conferma quanto di buono in lui già visto, pur presentando palesemente dei problemi e forzature di sceneggiatura agghiacciati. Ma andiamo con ordine.
Al singolo rapporto narrato nella sua pellicola precedente, il regista americano sceglie un respiro più ampio in un percosso temporale che tocca ben 15 anni di vita dei protagonisti, divisi in un percorso narrativo di tre atti. Nel primo prendiamo contatto con la vita catastrofica di Luke (Ryan Gosling) un ragazzo sbandato dal grande carisma, che usa i tatuaggi al posto delle cicatrici come testamento alla sua vita. Un personaggio vittima della sua vita corrotta che spinto dall’amore paterno scopre finalmente di avere uno scopo nella vita.
La sua storia è interrotta bruscamente da Arvey (Bradley Coooper) giovane poliziotto laureato in legge, un bravo ragazzo onesto e sincero che per un insopportabile e indescrivibile senso di confusione e vergogna personale, dovuto al suo primo tragico errore, decide di non occuparsi delle proprie ferite intime ma di pensare ai mali del mondo. Un conflitto psicologico che creerà una voragine nel rapporto tra lui e suo figlio. Così arriviamo al terzo atto i figli, eredi dal passato dei padri e delle tristi conseguenze dei loro gesti . Il vero è unico significato di una pellicola che ha tante altre piccole sfumature come la vendetta, la redenzione, la perdita che terminano in un unico significato: il passato ci segna fin dalla nascita perché le scelte che facciamo si riflettono nelle generazioni seguenti.
Da questo punto di vista il lavoro svolto sulla narrazione degli eventi e delle sue conseguenze è esemplare. Le prove degli attori sono di tutto rispetto. Glosing buca come al solito lo schermo con il suo carisma, la sua presenza scenica. Una prova convincente che lo vede persino sfrecciare ad una velocità pazzesca attraverso un incrocio in un unico piano sequenza da urlo. Non è da meno Copper che dona al suo personaggio un intensa profondità caratteriale con l’uso di un ottima mimica faciale. Convincente anche una sorprendente Eva Mendez, poco truccata e finalmente fuori dal contesto di “oggetto sessuale” come non gli capitava dalla divertente commedia “I poliziotti di riserva”. Brava anche a rimettersi in gioco visto che ha dovuto interpretare una scena intima con il suo ex compagno Glosing.
Tecnicamente parlando non c’è nulla da rimproverare al bravo Cianfrance, piani sequenza stupendi, azione realistica quasi senza stacchi, fotografia di alto livello tutto creato per donare alla pellicola il più profondo grado di realtà ed è qui che in parte casca l’asino. Perché tutta questa magnificenza viene rovinata! Tanto lavoro per simulare la realtà, dove si è deciso di girare tutto in esterni, utilizzando come controfigure non professionisti alle quali è stato chiesto di non guardare mai in camera. Ci si è documentati sulle rapine, sul reale comportamento dei poliziotti in azione. Mi chiedo perché?? Perché diavolo caro il mio CianFranco hai deciso di costellare la sceneggiatura di una serie di forzature incredibili!?
Moto utilizzate per rapinare e girare indisturbati in città, scelte dei protagonisti irrazionali da ebeti (preferisco non fare spoiler), incontri improbabili dopo 15 anni. L’elenco poterebbe continuare. Ci sarebbe veramente da prenderti a schiaffi caro il mio GianFranco perché hai fatto diventare un film che colpisce intimamente al cuore anche un film dagli espedienti narrativi scolastici e deludenti. Troppo spesso chi analizza le pellicole si ritrova a fare le pulci a tanti film anche solo per il gusto di farlo. Chi mi legge spesso sa bene che a me capita di rado ma il momento giunge solerte nei film che mi sono piaciuti ma mi deludono per altri aspetti. Per questo caro Cianfrance te due pizze le meriti così in simpatia, ti tirerei proprio un bel pugno sul naso. Oggettivamente un film splendido che pecca di sciatteria. Spaziale la colonna sonora ad opera di Mike Patton.
Pro.
- Attori in palla.
- Un tuono al cuore.
- Tecnicamente favoloso.
Contro.
- Forzature di sceneggiatura degne dei migliori film di serie B.
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