GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Nicolas Winding Refn
SCENEGGIATURA: Nicolas Winding Refn
ATTORI: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Gordon Brown, Tom Burke, Sahajak Boonthanakit
FOTOGRAFIA: Larry Smith
MONTAGGIO: Matthew Newman
MUSICHE: Cliff Martinez
PRODUZIONE: Space Rocket Nation ApS, Danish Film Institute, Media+, Wild Bunch, Gaumont
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: Danimarca, Francia 2013
DURATA: 90 Min
FORMATO: Colore 35mm / 1,85:1 (widescreen) / Dolby SR Digital
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2013
Trama:
A Bangkok, Julian, fuggito alla giustizia americana, gestisce ora un club di boxe thailandese per coprire il suo traffico di droga. Sua madre, capo di una vasta organizzazione criminale, è arrivata negli Stati Uniti per rimpatriare il corpo del suo figlio prediletto, Billy: il fratello di Julian è stato ucciso per aver brutalmente assassinato una giovane prostituta. Gonfia di rabbia, la madre vuole che Julian vendichi la morte di Billy, ma questi si troverà ad affrontare Chang, uno strano poliziotto in pensione, amato dagli altri poliziotti..
Commento:
Atteso da tutti gli appassionati di cinema, l’ultima fatica del talentuoso regista danese Nicolas Winding Refn è stato accolto con molto scetticismo dalla critica durate la sua proiezione al recente festival di Cannes, la stessa critica e festival che poco più di due anni fa ne aveva giustamente decretato l’ascesa con l’ottimo Drive. Torna l’utilizzo della violenza fatta di attimi, di istinti bruttali e improvvisi delineati sempre dal marcato utilizzo del ritmo compassato, con personaggi lontani dalla realtà quotidiana. Torna anche il sodalizio con Ryan Gosling, collaborazione artistica che ad entrambi ha donato il successo.
Julian (Rayan Gosling) un giovane gangster americano trapiantato a Bangkok dopo la morte del fratello maggiore si troverà suo malgrado al cospetto di Chang (Vithaya Pansringarm) un ex-poliziotto in pensione richiamato in servizio, che opera imponendo una idea di giustizia punitiva del contrappasso ed è venerato dalla sua gente come una divinità.
Una trama per lunghi tratti deficitaria, minimale dove periste il tema dell’essenzialità e della fede. Un essenzialità al quale anche la sceneggiatura è strettamente legata visto che la maggior parte delle informazioni non vengono in nessun modo condivise con lo spettatore e il tutto è solo amalgamato attraverso una potenza visiva come sempre magistrale ma poco efficace.
L’intero contesto narrativo è basato sull’assenza e in primo luogo colpiscono in modo negativo tutte le parti visionarie e spirituali di lynchiana memoria e chiaramente ispirate da un Alejandro Jodorowsky al quale è dedicata la pellicola. Intendiamoci le scene sono bellissime, di una magnificenza e potenza visiva notevole ma che concettualmente senza una chiave di lettura sono eccessivamente difficili da assimilare e sicuramente troppo lunghe. Tutto risulta frammentato, i tormenti del giovane Julian vengono solo assorbiti e non compresi così come la figura di Chang sembra il classico poliziotto/sceriffo intransigente e non tutto quello che ci dicono voglia rappresentare.
Confondere la fantasia erotica o violenza con la realtà finisce solo per destabilizzare il grado di attenzione. Il pensiero profondo della pellicola rimane ancorato dal peso dell’essenzialità che diventa come un macigno pesantissimo da sopportare per buona parte della visione. Potenzialmente incantevole, ogni fotogramma viene servito con chiaro splendore, la location asiatica si presta ottimamente al contesto della trama così come il commento sonoro è ancora una volta infallibile. Purtroppo però non tutti saranno in possesso del “manuale alla visione” durante la proiezione e la pellicola rischierà molto probabilmente di risultare pretenziosa e inconcludente. Da Refn ci aspettiamo di più, non basta un protagonista estrapolato dagli spaghetti western, una madre stronza all’inverosimile e una tecnica sopraffina per convincerci. Da vedere con riserva.
Pro.
- Only For Violence.
- Tecnicamente e visivamente maestoso.
- Artisticamente promosso.
- Trama appena abbozzata e lasciata eccessivamente alla interpretazione dello spettatore.
- Scene visionarie toppo lunghe e poco funzionali.
- Assenza di manuale alla visione allegato al biglietto d’ingresso.
Nessun commento:
Posta un commento