La Quarta giornata di Daruma al Festival si è aperta con l'anteprima stampa del film in concorso di Pappi Corsicato “Il volto di un'altra”. La pellicola è uno spaccato grottesco della società di oggi fatta di chirurgia estetica, pubblicità, inganni e ricatti, divertente anche se sfilacciato a tratti. Il regista ha condiviso con noi le sue ispirazioni, tra cui Billy Wilder e Fratelli Coen. Neanche il tempo di mangiare e via di corsa verso la Sala CinemaLotto per “Populaire” (FC) opera prima del francese Regis Roinsard. Non tradisce l’orgogliosa tradizione della commedia d'oltralpe fatta di intelligenza e di un uso sfavillante dei colori. Pellicole come questa dimostrano quanto basti una idea brillante a portare avanti un film. Prodotto originale, divertente e romantico su una dattilografa degli anni 50 la cui necessità di scappare dalla vita monotona di paese costringe a individuare il proprio talento. Abbiamo quindi scelto di vedere l'opera prima di Carlo Lucarelli. La grande attesa per “L'isola dell'angelo caduto” di Lucarelli si è infranta a fronte di una realizzazione vicina alla mediocrità, sicuramente l'idea principale è buona ma condita decisamente da troppe cose, troppi personaggi, troppi cadaveri, troppe strade. Prolisso nelle situazioni e carente nella introspezione psicologica, idee valide ma decisamente troppe. La giornata si è conclusa con “Il cecchino' di Michele Placido (fuori concorso) che dopo “Vallanzasca” torna a fare cinema di genere. Il film, realizzato in Francia vista l'impossibilità di girarlo in Italia, si snoda fra note polar e poliziesco. Notevole l'incipit con una sparatoria estremamente efficace. Purtroppo anche qui ci si smarrisce tra mille personaggi e sottotrame, lo scorrimento si appesantisce il film sembra più lungo di quello che affettivamente è. Restiamo in attesa della sua prossima pellicola, anche in questo caso girata in Francia, tratta da un'opera di Pirandello.
Il Cinema dalla parte del popolo. La settima arte condivisa e chiacchierata alla portata di tutti.
Un'interpretazione scientifica del mondo, come l'intendete voi, potrebbe essere pur sempre una delle più sciocche, cioè, tra tutte le possibili interpretazioni del mondo, una delle più povere di senso. (F. Nietzsche :La gaia scienza 373)
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