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mercoledì 24 luglio 2013

Wolverine: L’immortale 3D – “La sua carne è Debole”

Wolverine L’immortale –  “La sua carne è Debole”

USCITA CINEMA: 25/07/2013
GENERE: Azione, Avventura
REGIA: James Mangold
SCENEGGIATURA: Christopher McQuarrie, Mark Bomback
ATTORI: Hugh Jackman, Brian Tee, Hiroyuki Sanada, Hal Yamanouchi, Will Yun Lee, Rila Fukushima, Tao Okamoto
FOTOGRAFIA: Matthew Libatique
MONTAGGIO: Michael McCusker
MUSICHE: Marco Beltrami
PRODUZIONE: Marvel Enterprises, Twentieth Century Fox Film Corporation
DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox
PAESE: USA 2013
DURATA: 126 Min
FORMATO: Colore
Sito Ufficiale

 

 

 

 

Trama:

Durante il bombardamento atomico di Nagasaki alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Wolverine salvò il soldato Yashida, diventato molti anni dopo un anziano magnate della tecnologia. In punto di morte il vecchio amico manda la fidata Yukio a recuperare Logan, auto-esiliatosi nei boschi alla fine degli eventi di X-Men 3: Conflitto finale. Yashida non mira solo a un addio: vuole anche regalare a Logan la possibilità di diventare mortale, e di porre fine alla infinita sequenza di perdite che Wolverine ha subito nella sua lunga esistenza.

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Commento:

Ambientato in Giappone e basato sulla miniserie scritta da Frank Miller e Chris Claremont, il progetto ha subito una brusca interruzione nel 2011 per i catastrofici avvenimenti, terremoto e maremoto, che colpirono il territorio giapponese. Questo ritardo causò anche il definitivo abbandono del progetto da parte di Darren Aronofsky (The Wrestler /Cigno Nero) ed il passaggio di testimone alla regia nelle mani meno intellettuali ma più improntate all'intrattenimento di James Mangold (Quel treno per Yuma/Innocenti bugie).

Purtroppo non ci è dato sapere che tipo di impostazione registica Aronofsky aveva in mente di percorrere per il suo progetto, anche se è facile immaginarlo considerando i suoi lavori precedenti, e ci dobbiamo accontentare del pallido compitino messo in piedi dal meno ispirato Mangold, ancora in cerca di se stesso dopo la sua opera migliore “Walk the line - Quando l’amore brucia l’anima”, al tempo in cui ancora scriveva per i suoi film anche le sceneggiature.

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Chi scrive non ha amato profondamente le “Origini” di Logan considerate poco più di un sufficiente passatempo utile per una serata a cervello spento. Dopo una genesi del personaggio poco approfondita, in questo secondo episodio,  che segue le vicende dopo X-men 3, ritroviamo il nostro eroe alle prese con i suoi dilemmi interiori e con il passato che lo tormenta, in chiaro modello “Highlander”. Alla base di queste tematiche si colloca la riuscitissima ambientazione giapponese, nella quale un anziano ricco e potente, vecchia conoscenza del passato di Logan, torna sulla scena per riscuotere la sua immortalità.

L'incipit non è il massimo dell’originalità e si pone su di una base narrativa tenuta a galla da mirabolanti scene d’azione con botte da orbi e l’immancabile ironia intrisa di cinismo cara al protagonista. Nulla di trascendentale quindi, solo l’ennesimo pretesto per mostrare immancabilmente la nuova rinascita di Wolverine, arzillo e pronto per tornare in azione nell’atteso “X-Men: Days of Future Past”. Scelta poco felice della sceneggiatura è quella di eliminare completamente la figura dei mutanti dalla pellicola, rilegati oltre che al già citato Logan a sole due unità. Yukio, preveggente e letale assassina del clan Yashida, e Viper velenoso personaggio esteticamente molto simile alla Uma Thurman di Batman & Robin.

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Il difetto più pesante del film è dovuta alla scarsa personalità dei protagonisti proposti. Oltre alla presenza scenica di Wolverine il film non regala grandi picchi di carattere, con il resto dei partecipanti che danno continuamente la sensazioni di essere sulla scena quasi per caso. Non aiuta la decisione di comporre il cast quasi ed esclusivamente con attori poco famosi al grande pubblico, anche per ovvi motivi di budget che per una produzione del genere corrisponde solo (solo?!?) a poco più di 100 milioni di dollari. Una somma nella media se paragonata alle cifre dedicate alle altre produzioni dei cinecomics moderni.

Pur con un ottimo utilizzo degli effetti speciali, alcuni veramente molto belli, durante la visione è perenne la sensazione di essere davanti al fratello povero delle produzioni Marvel o DC Comics. Sicuramente un miglioramento rispetto alla prima uscita ma comunque, con le giuste proporzioni, sembra di essere al cospetto di un cartone animato, di quelli che Boing o Rai gulp danno in diretta durante la loro rassegna sugli eroi a fumetti. Produzioni che da sempre intrattengono i più ma non conquistano. 3D inutile!

wolverine 7

Pro.

  • Buoni gli effetti speciali.
  • Intrattiene.
  • Migliore del precedente.

Contro.

  • Produzione minore.
  • Non conquista.
  • Scarsa personalità.

 

per visualizzare il trailer clicca qui.

2 commenti:

  1. Un tempo adoravo il personaggio Wolverine, adesso un po' meno ma seguo ancora con piacere tutto quello che riguarda i mutanti Marvel. Il primo film (merito anche di un Sabretooth finalmente protagonista e bellissimo!) non mi era dispiaciuto, nonostante i suoi difetti, ma per questo secondo capitolo non nutro molte aspettative. E pensare che, appunto, quando si era fatto il nome di Aronofsky mi ero praticamente commossa!!! E invece... ç__ç

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  2. Magari una produzione del genere con la visione di Aronofsky :( Che sfiga

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