Questa è la nostra seconda recensione per “Il Grande Gatsby” dopo la recente bellissima analisi di BettyBoy che trovate qui, insieme alla scheda tecnica del film. Segue invece in questo intervento il mio giudizio sulla pellicola. Buona lettura………
Commento:
Ecco l’ennesimo esempio di quanto detto in precedenza per il remake de “La Casa”. Quarta trasposizione cinematografica per il romanzo omonimo di Francis Scott Fitzgerald, del quale tutti si ricordano solo della più famosa e recente versione del 1974 con Robert Redford e Mia Farrow, che nonostante ben due premi Oscar,è stata sempre bistrattata dallo zoccolo duro della critica. Gli stessi critici che oggi ridicolizzano l’operato di Baz Luhrmann usando come metro di paragone una pellicola mai amata.
Ancora di più sono rimasti sconcertati molti spettatori, non perché fan delle vecchie versioni o del libro ma perché delusi da determinate aspettative non rispettate. Gran parte del caos e del merito negativo va sicuramente dato alla mania del prode Baz di osare ed esagerare con la scelta di una colonna sonora per molti brani totalmente fuori dal contesto. Un contrasto cercato ed esasperato per esaltare la ricerca di modernità, così come l’uso del 3d ad uso e consumo del progresso tanto apprezzato dallo scrittore americano.
Una pellicola che rispetta ed esalta in tutti i suoi eccessi lo stile visionario votato all’estetica fatta di ricchezza eccessiva con strass, lustrini e colori accesi che riempiono gli occhi. Il declino dell’impero americano viene servito abbondantemente su di un piatto d’argento. Una trama romantica e banale che nasconde un sottotesto di un importanza epocale. Leonardo di Caprio sembra essere nato per interpretare l’ipnotico Gatsby, tanto da realizzare una delle sue migliori interpretazioni e trasformarsi così nel manifesto del sogno americano. I ben 127 milioni di dollari spesi sono serviti per creare e rappresentare una New York anni venti sfavillante. Quella grande mela da sempre ribattezzata la città che non dorme mai con le sue mille luci e il suo lusso sfrenato.
Questo è a tutti gli effetti il miglior tentativo di catturare l’essenza del romanzo, testamento di un paese pieno di contraddizioni e vittima del suo autocompiacimento, e Luhrmann è il regista perfetto per mostrarne la vacuità e gli eccessi. Il dramma espositivo è così marcatamente in contrasto con il clima festaiolo da colpire inavvertitamente nello spirito. Strepitosi i dialoghi e i concetti espressi dal narratore Nick Carraway (Tobey Maguire) così come l’importanza imponente data al simbolismo nascosto dietro una luce verde. Il film poteva effettivamente essere accorciato di una buona ventina di minuti in fase di montaggio tuttavia resta un opera affascinante e con un tessuto morale maledettamente attuale. Consigliato a tutti quelli che hanno realmente amato il libro per quello che rappresenta e soprattutto per chi riesce ad apprezzare la sfarzosità di un regista smaccatamente esteta.
Pro.
- Esteticamente brillante.
- Maledettamente attuale.
- Di Caprio stellare.
Contro.
- Colonna sonora eccessivamente spiazzante.
- Un sottotesto importante nascosto in una trama banale.
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