REGIA: Tsui Hark
ATTORI: Andy Lau, Carina Lau, Tony Leung Ka Fai, Bingbing Li, Jean-Michel Casanova, Yao Lu
FOTOGRAFIA: Chi Ying Chan
PRODUZIONE: Huayi Brothers
DISTRIBUZIONE: Tucker Film
PAESE: Cina, Hong Kong 2010
DURATA: 122 Min
FORMATO: Colore
Tratto dal libro, Detective Dee and the mystery of the Phantom Flame, scritto da Lin Qianyu
Trama:
Corre l’anno 689 d.C. e grazie alla potente e illuminata dinastia dei Tang la Cina vive un’epoca prosperosa e dinamica. Dopo la morte dell’imperatore, la Regina Wu sarà presto incoronata come prima sovrana nella storia del Paese. Ma dietro alla tranquillità apparente, membri del clan reale e funzionari eminenti tramano in segreto contro di lei, il pericolo è in agguato e la crisi imminente. A rendere tutto ancora più complicato, una maledizione: una fiamma fantasma che uccide tutti i suoi collaboratori più cari.
Per risolvere il caso, la Regina Wu chiama il famigerato Detective Dee, un dissidente che l’ha sfidata alcuni anni prima. Dee è l’uomo per il quale lei stessa aveva chiesto l’esilio e i lavori forzati. Ora agli ordini della futura Regina, tra misteri e doppi giochi, il Detective si trova a lottare più volte per la sua vita e per quella dei suoi due nuovi compagni di viaggio, la giovane e bella Jing'er e l’ombroso Pei. Alla squadra si aggiunge il Medico degli Spettri, uno specialista in magia nera. Nel frattempo tutto sembra pronto per ospitare la grande cerimonia di incoronazione; anche la sontuosa statua di cento metri d’altezza, costruita a immagine e somiglianza di sua futura Maestà, è quasi completata. (Fonte)
Commento:
Un giallo a tinte fantasy con contaminazioni politiche richiuso in un film d’azione. Uno Wuxiapian (cappa e spada) di alto livello quello messo in mostra dal maestro Tsui Hark tornato con questa pellicola ad alti livelli. Un susseguirsi di colpi di scena, azione (la scena del mercato nero è eccezionale) si alternano a battute divertenti e investigazioni in un ambientazione suggestiva che ricorda di molto i fasti del cinema d’avventura cinese e non anni 80 e 90. Hark aiutato dalle corografie di un sempreverde Sammo Hung mescola tutto con una superba regia, semplice e diretta votata all’azione, inondando il tutto con discetti effetti digitali (non paragonabili alle produzioni hollywodiane) che il regista non ha paura di usare grazie anche alle imponenti scenografie messe in mostra. Scenari e ambientazioni che si rinnovano ogni volta in questa furente corsa verso gli indizi per risolvere gli inspiegabili delitti. Assolutamente eccezionale la prova di Andy Lau (Infernal Affairs) scrupoloso e determinato detective al servizio della prima Imperatrice Donna Cinese. Un film che tocca tematiche forti come l’emancipazione femminile, la liberta, l’amore senza per questo cadere nella presunzione di dare lezioni. Buon anche se non perfetto il doppiaggio italiano da sempre croce e delizia del cinema asiatico. Non manca naturalmente qualche difetto narrativo. Complimenti a Tucker Film per la scelta.
Pro.
Ottimo mix di generi.
Spettacoli Coreografie in ottime ambientazioni.
Contro.
Effetti digitali non sempre all'altezza.
Presente qualche difetto narrativo.
Premi:
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Attrice: Carina Lau
Hong Kong Film Award - 2011 - Migliore Scenografia: James Chiu
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Costume e Make-up: Bruce Yu
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Regia: Tsui Hark
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Sound Design: Nan Zhao, DanrongWang
Hong Kong Film Award - 2011 - Migliori Effetti Speciali
Nominato - Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia- 2010 - Milgior Film
Hong Kong Film Award - 2011 - Migliore Scenografia: James Chiu
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Costume e Make-up: Bruce Yu
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Regia: Tsui Hark
Hong Kong Film Award - 2011 - Miglior Sound Design: Nan Zhao, DanrongWang
Hong Kong Film Award - 2011 - Migliori Effetti Speciali
Nominato - Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia- 2010 - Milgior Film
Il Regista: Tsui Hark
Tsui Hark, considerato lo “Spielberg d’Oriente”, nasce a Canton nel 1951, cresce in Vietnam e si trasferisce a Hong Kong nel 1966 dove, appassionato di illusionismo, realizza i primi filmini in 8mm. Per dodici anni, dal 1975 al 1977, studia negli Stati Uniti (Università di Dallas e Austin in Texas) e lavora alla Cable TV di Chinatown a New York. Tornato nell’ex Colonia Britannica diventa produttore e regista televisivo e ottiene un grandissimo successo con il serial Gold Dagger Romance (1978) per la CTV. Il suo esordio cinematografico risale all’anno successivo con The Buttlefly Murders (1979), un film wuxia, genere cappa e spada. Tsui Hark diventa subito uno dei registi di punta della New Wave, il più virtuoso nella tecnica e dotato di uno spiccato gusto modernista. Nel 1984, insieme alla moglie Nansun Shi, fonda la mitica casa di produzione Film Workshop con la quale rilancia la carriera di John Woo - con A Better Tomorrow (1986) - e fa crescere nuovi talenti. Da allora, e per oltre venticinque anni, Tsui ha saputo magistralmente alimentare il suo status di autore di culto del cinema asiatico producendo decine di film e dirigendone in totale quarantaquattro. Con We’re Going To Eat You del 1980, radicalizza il proprio stile mescolando il genere horror alla commedia e all’action. Il successo commerciale arriva con Zu: Warriors From the Magic Mountain (1982), wuxia carico di effetti speciali. Se con Once Upon A Time in China (1991) Tsui rinnova il cinema di kung-fu, con The Blade del 1995 dirige uno dei film di arti marziali più belli della storia del cinema di Hong Kong. A metà degli anni Novanta è chiamato a Hollywood, dove realizza due lungometraggi con Jean-Claude Van Damme, Double Team – Gioco di squadra (1997) e Hong Kong colpo su colpo (1998). Alla fine degli anni Novanta torna a casa per realizzare Time and Tide (2000), Master Q (2001) e The Legend of Zu (2001), e più recentemente anche Seven Swords (film d’apertura della Mostra del Cinema di Venezia nel 2005), tutte opere che continuano ad esplorare la cultura e la storia mescolando spettacolo e sontuose scenografie utilizzando le tecnologie più sofisticate. Dopo la commedia romantica All about love, Missing e Detective Dee e il mistero della fiamma fantasma (2011), attualmente Tsui Hark sta terminando una nuova avventura: il rifacimento in 3D del classico di King Hu Dragon Inn del 1967, che si intitolerà The Flying Swords of Dragon Gate.(Fonte)
Il Genere : Wuxiapian
Wuxiapian (cinese tradizionale: 武侠片, cinese semplificato: 武侠片, pinyin: Wǔxiápiàn) è un genere cinematografico prettamente cinese, secondo molti paragonabile all'occidentale "cappa e spada". Nel wuxiapian si racconta di personaggi mitici ed eroi epici della tradizione cinese, di cavalieri erranti e spadaccini volanti.
Il genere nasce dalla tradizione letteraria cinese, e fa parte da sempre della cinematografia asiatica. La distribuzione all'estero ha avuto in molti casi un discreto successo, ma in nessun caso il genere è stato inglobato in una cinematografia estera.
In Italia il genere arriva dopo la metà degli anni settanta, quando la crescente richiesta di film gongfu, film di combattimenti a mani nude, ha spinto i produttori a comprare dei wuxiapian ed a "mascherarli" da gongfu. Molti dei titoli italiani che contengono la parola "Bruce Lee" oppure "mano", "boxer", sono in realtà dei wuxiapian: l'inganno non ha certo portato vantaggio al genere, che in Italia dovrà aspettare il 2000, con La tigre e il dragone, per conoscere nuova gloria. (Fonte)
Il genere nasce dalla tradizione letteraria cinese, e fa parte da sempre della cinematografia asiatica. La distribuzione all'estero ha avuto in molti casi un discreto successo, ma in nessun caso il genere è stato inglobato in una cinematografia estera.
In Italia il genere arriva dopo la metà degli anni settanta, quando la crescente richiesta di film gongfu, film di combattimenti a mani nude, ha spinto i produttori a comprare dei wuxiapian ed a "mascherarli" da gongfu. Molti dei titoli italiani che contengono la parola "Bruce Lee" oppure "mano", "boxer", sono in realtà dei wuxiapian: l'inganno non ha certo portato vantaggio al genere, che in Italia dovrà aspettare il 2000, con La tigre e il dragone, per conoscere nuova gloria. (Fonte)
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