USCITA CINEMA: 12/09/2013
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Michel Gondry
SCENEGGIATURA: Laurent Turner
ATTORI: Audrey Tautou, Romain Duris, Charlotte Le Bon, Gad Elmaleh, Omar Sy, Jamel Debbouze, Vincent Lindon, Jean-Pierre Darroussin
FOTOGRAFIA: Christophe Beaucarne
MONTAGGIO: Marie-Charlotte Moreau
MUSICHE: Étienne Charry
PRODUZIONE: Brio Films
DISTRIBUZIONE: Koch Media
PAESE: Francia 2013
FORMATO: Colore
Trama:
Colin (Duris), facoltoso parigino, si innamora della graziosa Chloé (Tautou), incarnazione di una canzone di Duke Ellington. I due convolano presto a nozze, ma durante la luna di miele una ninfea inizia a crescere nei polmoni della ragazza, mettendola in serio pericolo. L'unico modo per mantenerla in vita sarà circondarla di fiori freschi e l'uomo, disposto a tutto pur di salvarla, finirà così sul lastrico. Mood Indigo è una storia d’amore poetica, dolce ma tragica, fatta di luce e ombra, raccontata con leggerezza visionaria e un po' nostalgica sulle note del jazz di Ellington, in cui il regista dà ancora una volta prova della sua grande immaginazione e di riuscire a trascinare lo spettatore in un mondo magico, ai limiti del surreale, ma senza per questo risultare stucchevole o inverosimile.
Commento:
Basato sul romanzo di Boris Vian, “La Schiuma dei giorni” (1947), e sceneggiato da Luc Bossi segna il ritorno dell’arte visionaria di Michel Gondry dopo la poco apprezzata virata nel mercato hollywoodiano con “The Green Hornet”, reboot cinematografico della storica serie televisiva che vedeva tra i suoi protagonisti un giovanissimo Bruce Lee.
Il popolare libro da cui è tratto il film è un vero e proprio romanzo di culto in terra di Francia, un racconto fatalista basato su metafore ed una moltitudine di giochi di parole. Adattato cinematograficamente in passato con esiti poco apprezzabili, torna ora al cinema in questa trasposizione visivamente splendida che tuttavia non è completamente riuscita.
Sulle reali capacità del regista francese nel creare ed immaginare universi visivi esaltanti e di possedere un’estetica sensazionale non si discute. Personaggi, stanze, strade e addirittura i piatti serviti a tavola acquistano una dimensione diversa nella mente di Gondry. Stropicciarsi gli occhi sui tessuti e la lana che prendono il posto di veri alimenti in tavola è qualcosa di completamente appagante. Non mancano purtroppo i difetti, pur con tutta questa grazia di dio, il film pecca in primo luogo di una opprimente prolissità.
Inizialmente lo spettatore sarà completamente avvolto dal clima surreale di festa proposto nella rappresentazione di una Parigi ambientata in un periodo indefinito in un mix di epoche che vanno dagli anni ‘40 e ‘70 fino ai giorni nostri. Il sogno ad occhi aperti sopravvive lo stesso arco di tempo con il quale dura la romanticissima storia d’amore dei protagonisti. L’aria onirica della narrazione con il passare dei minuti diventa pesantissima ed il continuo oscillare della pellicola dall’ironia alla tenerezza fino alla depressione non si sopporta più.
La visione diventa faticosa, troppi i 125 minuti di durata, e l’approccio surreale dell’opera inizia a stancare tramutando il tutto in un puro e unico esercizio di stile. L’attenzione dei dettagli finisce nei posti sbagliati e le buone interpretazioni dei protagonisti non trovano respiro perché soffocate da troppa tecnica e poca sostanza. Non basta la bravura di un simpatico trio di bravissimi attori: Romain Duris, Gad Elmaleh e Omar Sy ,ne tanto meno la straordinaria dolcezza che traspare semplicemente dal viso della per sempre Amelie (Audrey Tautou) a risollevare la situazione di una sceneggiatura semplice ma allo stesso tempo disordinata.
Tutto appassisce intorno allo spettatore così come l’atmosfera fiabesca attorno agli interpreti. Le metafore e i giochi di parole perdono mordente mentre lo stupore per le situazioni viene a mancare. Quando l’arte visiva e l’amore non bastano più. Conquista la vista ma non il cuore.
Pro.
- Visivamente straordinario.
- Prima parte divertente.
Contro.
- Quando la tecnica da sola non basta.
- Privo di sostanza.
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