USCITA CINEMA: 22/06/2011
REGIA: Robert Redford
SCENEGGIATURA: James Solomon
ATTORI: Robin Wright, James McAvoy, Jonathan Groff, Alexis Bledel, Danny Huston, James Badge Dale, Evan Rachel Wood, Justin Long, Kevin Kline, Norman Reedus, Stephen Root, Tom Wilkinson, Johnny Simmons, Toby Kebbell, Chris Bauer
REGIA: Robert Redford
SCENEGGIATURA: James Solomon
ATTORI: Robin Wright, James McAvoy, Jonathan Groff, Alexis Bledel, Danny Huston, James Badge Dale, Evan Rachel Wood, Justin Long, Kevin Kline, Norman Reedus, Stephen Root, Tom Wilkinson, Johnny Simmons, Toby Kebbell, Chris Bauer
FOTOGRAFIA: Newton Thomas Sigel
MONTAGGIO: Craig McKay
PRODUZIONE: The American Film Company, Wildwood Enterprises
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 123 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1
MONTAGGIO: Craig McKay
PRODUZIONE: The American Film Company, Wildwood Enterprises
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA 2011
GENERE: Drammatico
DURATA: 123 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1
Trama:
Commento:
Ancora impegno civile per Robert Redford questa volta alla prese con la prima condanna a morte femminile degli Stati Uniti, la sfortunata Mary Surrat accusata di far parte del complotto per eliminare il presidente Abramo Lincoln il 15 luglio 1865. Aiutata da una splendida fotografia polverosa dell’esperto Newton Thomas Sigel che ricorda molto i film classici di 40 anni fa’ e da una solida sceneggiatura scritta da James D. Solomon, che scorre via pur con qualche intoppo e priva di veri colpi di scena, la pellicola offre uno chiarissimo spaccato storico di un'inutile e discutibile condanna a morte.
Il film mostra un paese diviso, profondamente confuso sia politicamente che socialmente, in cerca di un capro espiatorio per assecondare la sua sete di giustizia o di vendetta. Un argomento quanto mai attuale questo della vittima sacrificale che Redford mette in scena con discrete capacità. Naturalmente il film non si limita al mero complotto. Fredrick Aiken un ex capitano eroe di guerra e avvocato dell’imputata sudista sarà il solo baluardo difensivo di una donna abbandonata dal suo stesso figlio, unico dei sospettati a non essere stato arrestato. Una madre decisa a proteggere un figlio con la vita. Il rapporto tra accusata e avvocato, diventa in breve tempo il punto centrale della storia, mostrando un giovane sconosciuto che si batterà per lei come avrebbe dovuto fare un figlio. Tutto questo non ostante tutte le riluttanze iniziali per i diversi ideali di entrambi.
Un sistema corrotto e senza scrupoli, dove la legge è quale per tutti solo quando l’organismo del potere ottiene il suo tornaconto, una ipocrisia bigotta dove in guerra tutto e permesso, tutto tacce. Non stupisce lo scarso successo al botteghino sia in America, le cui radici insanguinate non consentono di trovare terreno fertile, né su quello italiano, in cui l'intrattenimento e la risata sono gli unici argomenti per attirare gli incassi. Il classico ritmo lento e in qualche modo didascalico dei film di Redford non aiuterà di certo la popolarità della pellicola, dove ai pochi spettatori casuali resterà quasi sicuramente indigesto. Peccato, il film vale almeno un’attenta visione, anche per ammirare le buone interpretazioni dei protagonisti.
Pro.
Buona ricostruzione storica.
Ottime interpretazioni.
Contro.
Sceneggiatura priva di veri colpi di scena.
Ritmo lento.
RITRATTI STORICI:
ABRAMO LINCOLN
Fu il presidente che pose fine alla schiavitù, prima con la Proclamazione dell'Emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati dell'Unione, e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione Americana, con il quale nel 1865 la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti. A Lincoln è riconosciuto il merito di aver allo stesso tempo preservato l'unità federale della nazione, sconfiggendo gli Stati Confederati d'America (favorevoli al mantenimento della schiavitù) nella Guerra di secessione americana.
L'operato di Lincoln ha avuto una duratura influenza sulle istituzioni politiche e sociali degli Stati Uniti, dando inizio a un maggiore accentramento del potere del governo federale e ponendo un limite al raggio d'autonomia dei governi dei singoli Stati. L'autorevolezza di Lincoln è stata rafforzata dalla sua abilità di oratore, e il Discorso di Gettysburg, il più significativo e famoso da lui pronunciato, è considerato una delle pietre miliari dell'unità e dei valori della nazione americana.
Alcuni sostenitori dei "diritti degli Stati" (in particolare coloro che guardavano con favore alle posizioni dei Confederati), hanno considerato Lincoln un autoritario, che sospese le libertà civili e la segretezza della votazione, fece giustiziare i dimostranti contrari alla guerra, e soppresse il diritto di secessione, per il quale lo stesso Lincoln aveva discusso nel 1848. Altri critici enfatizzano il credo di Lincoln nella supremazia bianca (si veda il Dibattito Lincoln-Douglas del 1858) e l'iniziale appoggio alla schiavitù. (Fonte)
L'ASSASSINIO
Dopo la fine della guerra, Lincoln si era incontrato di frequente con il generale Grant. I due uomini pianificavano la ricostruzione del Paese ed era nota a tutti la loro stima reciproca. Durante il loro ultimo incontro, il 14 aprile 1865 (Venerdì Santo), Lincoln aveva invitato il generale Grant a un evento mondano per quella sera, ma Grant aveva declinato.
Senza la compagnia del generale e senza la sua guardia del corpo Ward Hill Lamon, al quale il Presidente aveva raccontato il famoso sogno premonitore del suo assassinio, i Lincoln andarono al Ford's Theatre, a Washington, dove era in programmazione Our American Cousin, una commedia musicale dello scrittore britannico Tom Taylor (1817-1880). Nell'istante in cui Lincoln prese posto nel palco presidenziale, John Wilkes Booth, un attore della Virginia simpatizzante sudista, entrò nel palco e sparò un colpo di pistola calibro 44 alla testa del Presidente, gridando "Sic semper tyrannis!" (Latino: "Così sempre per i tiranni!" - motto dello Stato della Virginia e frase storicamente pronunciata da Bruto nell'uccidere Cesare. Secondo altre versioni gridò "Il Sud è vendicato"), saltando successivamente giù dal palco e rompendosi una gamba.
I cospiratori avevano pianificato l'assassinio di altri ufficiali del governo nello stesso istante, ma Lincoln fu l'unica vittima. Booth si trascinò al proprio cavallo e riuscì a fuggire, mentre il Presidente colpito a morte fu portato in una casa dall'altro lato della strada oggi chiamata Petersen House, dove giacque in coma per alcune ore prima di spirare. Fu ufficialmente dichiarato morto alle 7:22 del mattino del 15 aprile 1865.
Booth fu scoperto nascosto in un granaio e venne ucciso; diversi altri cospiratori vennero infine catturati e impiccati o imprigionati. Quattro persone furono giudicate da un tribunale militare e impiccate per complicità nell'assassinio: David Herold, George Atzerodt, Lewis Powell (alias Lewis Payne) e Mary Surratt (la prima donna a essere giustiziata negli Stati Uniti). Tre persone vennero condannate all'ergastolo (Michael O'Laughlin, Samuel Arnold, e Samuel Mudd), mentre Edman Spangler fu condannato a sei anni di carcere. John Surratt, giudicato successivamente da una corte civile, fu prosciolto. L'equità delle condanne, in particolare quella di Mary Surratt, è stata messa in discussione ed esistono dubbi sul grado del suo coinvolgimento nella cospirazione.
Negli Stati Uniti è entrato nel folklore il cosiddetto "Caso Lincoln Kennedy", ovvero le coincidenze tra i decessi dei due presidenti.
Il treno funebre di Lincoln
Il corpo di Lincoln fu riportato in Illinois in treno, con un grandioso corteo funebre che attraversò diversi stati. L'intera nazione pianse l'uomo che molti consideravano il salvatore degli Stati Uniti, nonché protettore e difensore di ciò che Lincoln stesso chiamava "il governo della gente, dalla gente e per la gente". Alcuni critici sostengono come in realtà fossero i Confederati a difendere il loro diritto all'auto-governo, diritto che Lincoln aveva soppresso, e come l'unità degli Stati fosse stata preservata a discapito della sua natura volontaria.
MARY SURRATT
Lewis Powell, alias Lewis Payne, il co-cospiratore che con il prematuro arrivo alla pensione Surratt il 17 aprile convince molti della colpevolezza di Mary Surratt. |
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