GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Lynne Ramsay
SCENEGGIATURA: Lynne Ramsay, Rory Kinnear
ATTORI: Tilda Swinton, John C. Reilly, Ezra Miller, Ashley Gerasimovich, Joseph Melendez, Siobhan Fallon, Lauren Fox, Ursula Parker.
OTOGRAFIA: Seamus McGarvey
MONTAGGIO: Joe Bini
MUSICHE: Jonny Greenwood
PRODUZIONE: Independent, BBC Films, Artina Films
DISTRIBUZIONE: Bolero Film
PAESE: Gran Bretagna, USA 2012
DURATA: 112 Min
FORMATO: Colore
Sito Italiano
In concorso al Festival di Cannes 2011.
Trama:
E ora parliamo di Kevin è un thriller che vede Tilda Swinton nel ruolo di Eva, una donna che messo da parte ambizioni e carriera per dare alla luce Kevin. La relazione tra madre e figlio è però molto difficile sin dai primissimi anni. A quindici anni Kevin compie un gesto irrazionale ed imperdonabile agli occhi dell'intera società. Eva lotta contro una profonda amarezza e atroci sensi di colpa. Ha mai amato suo figlio? E' in parte colpevole di ciò che ha fatto Kevin?
Commento:
Adattamento cinematografico del romanzo di Lionel Shriver “Dobbiamo parlare di Kevin” la pellicola narra un rapporto di amore cattivo tra una madre e il proprio figlio. Una storia estrema tuttavia realistica, carica di odio e amore. Un dramma familiare sommerso simbolicamente e concretamente dal colore rosso, concettualmente il colore del sangue, della vita (bellissima la scena iniziale con la guerra dei pomodori). Un efficace thriller che usa l’escamotage dei flashback per rimettere insieme i pezzi di vite distrutte.
Straordinaria la prova di Tilda Swinton, una bellezza scultorea perfetta anche fisicamente nell’interpretare una donna di mezza età demolita, devasta dal senso di colpa che ripercorre a ritroso le cause del suo fallimento. Scava tra gli angoli della sua memoria alla ricerca di una risposta, di un errore, del perché. La sua colpa forse non esiste, l’errore purtroppo si. In piena gravidanza Eva (Tilda Swinton) si chiede quanto sia naturale desiderare un figlio con tutte le proprie forze. Un sentimento quasi di vergogna che segnerà suo malgrado il rapporto contrastato con suo figlio Kevin ( Ezra Miller). Ex viaggiatrice incallita percepisce in qualche modo un senso di frustrazione per questa imminente fase di sedentarietà. Farà a pezzi se stessa per nascondere suo malgrado questo sentimento di rifiuto che sente dentro di sè.
I gesti e i ricordi ci parlano di lei e di Kevin, gli sguardi raggelanti parlano più dei pochi ma importantissimi e azzeccati dialoghi. Kevin fin dalla sua infanzia fa pervenire gravi difficoltà nei rapporti con il prossimo, avverte fin da subito le debolezze della madre, in lui cova un odio profondo. Un rapporto viscerale tra madre e figlio, dove i momenti di felicità da ricordare sono realmente pochi e quasi tutti figli di gesti disperati. Momenti felici ai quali Eva si aggrappa per mascherare l’orrore che giorno per giorno vede suo malgrado crescere in Kevin. Un mostro nasce e basta ma resta pur sempre sangue del tuo sangue.
Il film parla di Kevin ma è più propriamente un esame di coscienza di Eva. Un capolavoro non tanto di cinema ma di vita vissuta, la difficoltà nel prendere decisioni dilanianti per chiunque. Come già detto è tutto estremizzato ma non per questo meno reale. Avere un ruolo nella vita di tante persone sembra così facile eppure forse non ci si ferma mai realmente a comprende quanto sia realmente complicato e complesso. Eva accetta e accetterà suo malgrado il ruolo di mamma anche con la consapevolezza di trovasi davanti un figlio problematico e mostruosamente abile nel manipolare lei e tutta la sua famiglia.
Un eccesso di vita che la regista scozzese Lynne Ramsay realizza con una cura maniacale all’estetica realizzando in film duro ma nello stesso tempo elegante. L’impianto narrativo è di forte impatto dove la linearità del cammino a ritroso viene frammentato dai salti temporali dei ricordi di Eva. Bellissima la realizzazione dei personaggi e magistrale l'individuazione degli interpreti. Oltre alla superlativa prova della Swinton da premio Oscar, bisogna per forza segnalare il bravissimo Ezra Miller nei panni di Kevin un ragazzo terrificante quasi incomprensibile nella sua follia, presentato benissimo sia da Miller, che forse vedrà la sua carriera di attore chiusa nel ruolo di psicopatico dopo questa intensa interpretazione, che dai due bambini che interpretano Kevin in tenera età.
Menzione d’onore per John C. Reilly abile nel mostrare un padre e marito premuroso quanto inutile. Commento sonoro di Jonny Greenwood chitarrista dei Radiohead che in linea con il montaggio di Joe Bini e la fotografia Seamus McGarvey, confermano l’ottima qualità artistica del prodotto. La pellicola non cerca la verità nè una spiegazione al male al quale non sempre è facile, se non impossibile, trovare una risposta. Tra i film più belli della stagione, trattato con i piedi dalla nostra distribuzione.
Pro.
Prova della Swinton superlativa.
Il resto del cast non è da meno.
Capolavoro di vita.
Tecnicamente eccelso.
Contro.
Scenario familiare estremizzato.
Sconsigliato ai neo genitori, soprattutto alle mamme.
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