REGIA: Rachid Bouchareb
SCENEGGIATURA: Rachid Bouchareb, Olivier Lorelle
ATTORI: Jamel Debbouze, Roschdy Zem, Sami Bouajila, Bernard Blancan, Chafia Boudraa, Sabrina Seyvecou
FOTOGRAFIA: Christophe Beaucarne
MONTAGGIO: Yannick Kergoat
MUSICHE: Armand Amar
PRODUZIONE: Tessalit Productions, Tadrart Films
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
PAESE: Belgio, Algeria, Francia 2010
GENERE: Drammatico
DURATA: 133 Min
FORMATO: Colore
Note:
In concorso al Festival di Cannes 2010.
Candidato come miglior film straniero ai premi Oscar 2011.
In concorso al Festival di Cannes 2010.
Candidato come miglior film straniero ai premi Oscar 2011.
Trama:
Dopo aver perso la loro casa in Algeria, tre fratelli si dividono e vanno a vivere in paesi diversi del mondo. Messaoud si unisce all'Esercito francese, impegnato a combattere in Indocina; Abdelkader diventa un leader del movimento di indipendenza algerino; Saïd si trasferisce a Parigi per cercare fortuna nei club e nei locali dove si combatte la boxe di Pigalle. Gradualmente, i loro destini tornano ad incrociarsi nella capitale francese, dove la libertà è una battaglia da combattere e vincere. Commento:
La pellicola rivede la decolonizzazione dell’Algeria in salsa gangster strizzando l’occhio a lavori dei vari Coppola e Scorsese. Purtroppo il regista franco-algerino Rachid Bouchareb manca della classe che contraddistingue i grandi. Pur mettendo in scena una convincente e sanguinosa lotta tra il Fronte di Liberazione algerino e il governo francese, ben amalgamata in un complesso percorso narrativo dove si muove la storia dei tre fratelli protagonisti, mancano totalmente le grandi intuizioni che fanno del discreto un ottimo film. La pellicola cerca ripetutamente di mettere in scena un connubio purtroppo non perfetto di generi che vanno dal noir al drammatico dal epos al più classico polar francese. Risultando troppo spesso ne uno ne l’atro. L’ultima fatica di Bouchareb non vuole essere un documentario storico, ma spesso si dimentica anche di essere solo un film, puntando quasi tutta la posta su una spirale di violenza che fa riflettere ma non convince.
Pro.
Soggetto Interessante.
Ricostruzione Storica Avvincente.
Contro.
Mancanza del colpo di genio che contraddistingue i grandi artisti.
Sceneggiatura Frammentata.Punto sulla Guerra d'Algeria:
La “guerra d'Algeria”, o meglio guerra franco-algerina o guerra d'indipendenza algerina (in Algeria anche “Rivoluzione”), è il conflitto che oppose tra il 1º novembre 1954 e il 19 marzo 1962 l'esercito francese e gli indipendentisti algerini guidati dal Fronte di Liberazione Nazionale (FLN, Front de Libération Nationale), che aveva rapidamente imposto la propria egemonia sulle altre formazioni politiche. Lo scontro si svolse principalmente in Algeria ma, a partire dal 1958, il Fln decise di aprire un secondo fronte in Francia, scatenando una serie di attentati.
Manifestazione pro Algeria francese (Algeri, gennaio 1960: “settimana delle barricate”). Sullo striscione si legge: “Viva Massu” |
La guerra – un «episodio chiave della decolonizzazione»– fu particolarmente cruenta, con un altissimo numero di vittime, soprattutto tra i civili algerini.
I sei “capi storici” della lotta di Liberazione fotografati prima dell'avvio dell'insurrezione. |
L'esercito francese, memore della recente sconfitta subita in Indocina (maggio 1954), mise a punto una nuova strategia: la “guerra contro-sovversiva”, caratterizzata da inedite tecniche di contro-guerriglia che facevano del controllo della popolazione la posta del conflitto.
Dopo sette anni e mezzo di uno scontro senza esclusione di colpi, da una parte come dall'altra (generalizzazione della tortura, attentati, terrorismo, rappresaglie, napalm...), gli algerini conquistarono l'indipendenza che fu proclamata il 5 luglio 1962. (fonte wikipedia)
Nessun commento:
Posta un commento