REGIA: Marcus Nispel
SCENEGGIATURA: Robert E. Howard, Thomas Dean Donnelly, Joshua Oppenheimer
ATTORI: Jason Momoa, Ron Perlman, Rachel Nichols, Rose McGowan, Stephen Lang, Saïd Taghmaoui, Bob Sapp, Katarzyna Wolejnio, Leo Howard, Nonso Anozie, Raw Leiba, Bashar Rahal
FOTOGRAFIA: Thomas Kloss
MONTAGGIO: Ken Blackwell
MUSICHE: Tyler Bates
PRODUZIONE: Lionsgate, Millennium Films, Nu Image Films, Paradox Entertainment
DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
PAESE: USA 2011
GENERE: Azione, Fantasy, Avventura
DURATA: 105 Min
FORMATO: Colore 3D
Sito Italiano
Trama:
Commento:
Al terzo remake della sua carriera, Marcus Nispel mette in mostra tutti i suoi limiti. Dopo il primo sufficiente remake di Non aprire quella Porta e il mediocre Venerdì 13, l’ultima fatica del regista teutonico non salva dal suo scempio neanche il suo buon gusto per il dettaglio visivo. Un barbaro del tutto privo di epicità, in una pellicola che vuole esibire l’eroe assoluto, mente mostra un bel tronista di “Uomini e Donne”. Un fotomodello, troppo oliato e troppo bello per dare credibilità ad un guerriero implacabile. Poco aiutato da una sceneggiatura scialba e soporifera, il film stanca dopo i primi 20 minuti e ci si chiede spesso: “Perché sono qui?”. Paragonare questo videoclip al celebre barbaro nato dalla penna di Robert Ervin Howard, portato con successo sullo schermo da John Milius, con un epico Schwarzenegger, è totalmente impossibile. Pur con una trama differente dal celebre capitolo originale, il lavoro di Nispel da ancora una volta ragione al cinefilo deluso e dal facile proclamo che i remake sono inutili! Una pellicola che delude su tutta la linea. Regala delle bellissime ambientazioni e tanta tanta noia. 3D come sempre inutile.
Pro.
Veramente poco.
Contro.
Tutto il resto.
Conan
Conan esordisce nel dicembre 1932 sulla rivista pulp Weird Tales con il racconto La fenice sulla lama. Howard stava già collaborando con Weird Tales da diversi anni. La serie che aveva più impressionato e che gli aveva dato non solo il successo e la notorietà presso i lettori della rivista, ma anche presso gli altri collaboratori della stessa fu quella incentrata intorno all'eroe puritano Solomon Kane (proprio grazie a questi splendidi racconti iniziò il suo rapporto d'amicizia con Lovecraft, che sfociò in un fitto scambio epistolare intorno al 1930). Come detto, però, il vero successo arrivò solo con Conan, un eroe duro, dalla muscolatura imponente, ma al tempo stesso agile e furbo, pronto a capire quando è il caso di fuggire e quando vale la pena rischiare la propria vita. Un modo di pensare certamente molto mercenario, ma tra i suoi aspetti Conan non nascondeva certo quei tratti di nobiltà che lo rendevano decisamente migliore di molti dei personaggi di contorno con cui interagiva di volta in volta.
Infatti Conan, che altro non è se non una evoluzione del più sfortunato (per successo letterario) Kull di Valusia, era un «barbaro», proveniente dalla Cimmeria e spesso stentava a comprendere non tanto la civiltà, quanto l'uomo civilizzato. Howard, attraverso Conan o altri personaggi di contorno, infatti, trovava sempre l'occasione per criticare il genere umano, tanto avvezzo alle comodità, quanto alle azioni subdole, sempre pronto ad ottenere il proprio vantaggio, anche a costo della vita di qualcun altro. E proprio in contrasto con questo atteggiamento, Conan spicca soprattutto per nobiltà nel portamento e nelle azioni: nonostante i suoi mestieri siano stati quelli di ladro, mercenario, pirata, non rinunciava ad aiutare una persona in difficoltà (soprattutto se era una bella donna), indipendentemente dal possibile guadagno.
In questo senso Conan era quindi un «barbaro»: il suo agire limpido, nobile e sincero di fronte alle persone più umili era decisamente estraneo all'atteggiamento solito della gente civilizzata, che egli ripagava sempre con rapine e raggiri, perché altro non meritavano queste «molli» (nell'agire e nel pensare) «genti civilizzate». (Fonte)
Infatti Conan, che altro non è se non una evoluzione del più sfortunato (per successo letterario) Kull di Valusia, era un «barbaro», proveniente dalla Cimmeria e spesso stentava a comprendere non tanto la civiltà, quanto l'uomo civilizzato. Howard, attraverso Conan o altri personaggi di contorno, infatti, trovava sempre l'occasione per criticare il genere umano, tanto avvezzo alle comodità, quanto alle azioni subdole, sempre pronto ad ottenere il proprio vantaggio, anche a costo della vita di qualcun altro. E proprio in contrasto con questo atteggiamento, Conan spicca soprattutto per nobiltà nel portamento e nelle azioni: nonostante i suoi mestieri siano stati quelli di ladro, mercenario, pirata, non rinunciava ad aiutare una persona in difficoltà (soprattutto se era una bella donna), indipendentemente dal possibile guadagno.
In questo senso Conan era quindi un «barbaro»: il suo agire limpido, nobile e sincero di fronte alle persone più umili era decisamente estraneo all'atteggiamento solito della gente civilizzata, che egli ripagava sempre con rapine e raggiri, perché altro non meritavano queste «molli» (nell'agire e nel pensare) «genti civilizzate». (Fonte)
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