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domenica 25 novembre 2012

Daruma e Il Videogioco: Quattro Chiacchiere con La Mecca

La mecca del videogioco

Premessa:

Come già dichiarato nella precedente Errata Corrige, Daruma è lieto di ospitare tra le proprie pagine il pensiero e le parole di Giansandro Rosasco, ideatore e fondatore con il suo staff de “La Mecca del Videogioco” primo museo del videogioco ad aprire cronologicamente i battenti in Italia.  In questo periodo si è discusso molto in rete, della primogenità temporale. Noi di Daruma ci teniamo a precisare che ci sentiamo estranei alla rivalità. Come già affermato in un nostro intervento passato prendiamo solo atto della nascita (apertura) cronologica dei musei. Il resto non ci interessa, non facciamo il tifo per nessuno, in queste pagine si parla prevalentemente di Cinema. Questa intervista nasce dall'impossibilità attuale di visitare “La Mecca” vista la distanza e i vari impegni che ci separano. Pensiamo inoltre sia giusto dare modo anche alle strutture con meno possibilità di esporre la propria passione e il proprio credo nel modo migliore possibile. Ricordiamo che le nostre dichiarazioni sul VIGAMUS risalgono al giorno di apertura, ora sembra che la situazione sia in parte cambiata. Naturalmente in piena par condicio saremo lieti in futuro di ospitare tra le nostre pagine il pensiero dello staff del Vigamus (se interessati). Daruma è per la democrazia.

La mecca del videogioco

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In questo ultimo mese si sente tanto parlare del VIGAMUS, museo del videogioco aperto nella capitale. Questo museo viene indicato come la prima struttura aperta in Italia. Personalmente ora che ho preso conoscenza della vostra attività trovo poco obiettivo che questo appellativo non appartenga ufficialmente a voi. Parlateci in grandi linee della vostra struttura. Chi siete?

la mecca

La Mecca nasce dalla consapevolezza che quella videoludica è una vera e propria arte che ha dietro tantissima professionalità, creatività, ingegno, emozioni... un'arte completa, la più completa visto che è l'unica interattiva, ma paradossalmente considerata minore. L’idea è quindi nata per conservare la storia e l’evoluzione di questo media, per farne comprendere la piena vocazione artistica ma soprattutto per condividere questa passione con altre persone. Ho quindi messo a disposizione (Giansandro Rosasco) di tutti il materiale che ho raccolto negli anni (per ora solo una parte), ma senza l’aiuto di tante persone non sarei mai riuscito a metterla in piedi. L’ingresso è gratuito e lo rimarrà per sempre. Il museo è aperto di base l’ultimo sabato del mese e durante feste ed eventi particolari, ma vi si può accedere anche previo appuntamento. I pezzi in esposizione attualmente rasentano quota settecento tra giochi, console, memorabilia ed altro. Purtroppo ci sono stati problemi di infiltrazioni d’acqua in alcune stanze, dalle quali abbiamo dovuto rimuovere il materiale, 'costringendolo' i spazi più ristretti; ma è una situazione provvisoria e contiamo di aumentare l’esposizione già nei prossimi mesi. La Mecca non è solo esposizione: è infatti possibile giocare gratuitamente con console, computer e coin-op, i mitici cabinati che hanno fatto la fortuna di bar e sale giochi. Anche il lato culturale è importante: abbiamo ospitato alcuni laureandi che desideravano avere informazioni per le loro tesi a carattere videoludico e vi anticipo che stiamo sviluppando una fanzine cultural-ludica che verrà distribuita a dicembre, prima di Natale.
Potete restare aggiornati su tutte le iniziative sulle nostre pagine
Facebook e Twitter e naturalmente sul sito internet www.lameccadelvideogioco.it

La mecca del videogioco 2

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Come e quando è nata l’idea di creare il “Primo” museo del videogioco in Italia?

 

la mecca

L'idea è nata negli anni scorsi. La passione è diventata collezione, da collezione desiderio di condivisione e conseguente necessità di esposizione. In realtà non siamo nati per essere i PRIMI ma abbiamo messo in piedi un museo per la semplice volontà di farlo.

Non c'era nessun altro che aveva concretizzato l'idea e quindi di conseguenza siamo i primi. C'è poi chi DICE da anni di essere il primo museo d'Europa e a questo DIRE non ha fatto seguire i fatti, così nel frattempo è nato un museo in Germania e uno in Italia : La Mecca del videogioco.

La mecca del videogioco 3

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Daruma ha partecipato all’apertura del museo capitolino. Con nostra somma delusione abbiamo segnalato la mancanza di vere e proprie sezioni dedicate ai videogame che hanno fatto la storia di questo settore. Non era per esempio possibile provare e toccare con mano la storia (ultimamente le cose stanno cambiando). Dal vostro sito ho visto che viene data la possibilità di giocare e provare con mano gli oggetti. Cosa offre il vostro Museo in termine di intrattenimento e storia videoludica?

la mecca

Molte persone ci hanno segnalato questo fatto e ne siamo stupiti. A rotazione noi facciamo giocare a giochi e console della storia dei videogiochi. Credo che dalle foto e dai video che si trovano in giro sia possibile trovare testimonianza di quanto detto. La Mecca è passione, non ci interessa guadagnare da un biglietto di ingresso, da degli sponsor o da altro, ci interessa guadagnare la stima e l'affetto dei nostri visitatori.

La mecca del videogioco 4

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Ho letto che il museo non è sempre aperto e che al contrario della controparte romana non ricevete nessuno aiuto di sponsor o partner. Da voi l’ingresso è gratis, mentre a Roma l’ingresso è a pagamento. Quanto è difficile creare e tenere in vita un attività museale senza aiuti esterni?

la mecca

E' incredibilmente difficile ma è anche una sfida e le sfide sono fatte per essere affrontate e vinte, non abbiamo fretta, non dobbiamo dimostrare a nessun Assessore, Ministro o sponsor quel che siamo in grado di fare; lo facciamo per noi stessi in prima persona e per i nostri visitatori. Abbiamo dovuto comprarci persino le vetrine; a tal proposito quando avrò tempo scriverò la "storia di una vetrinetta" a completamento dei valori in cui crediamo e che abbiamo enunciato qui sulla pagina del sito.

La mecca del videogioco 5

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C’è la possibilità di sovvenzionare il museo donando pezzi collezionistici alla vostra struttura. Il museo di cosa ha bisogno e in che modo gli utenti possono mettersi in contatto con voi?

la mecca

Assolutamente si abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Chi ha pezzi può donarli e verrà inserito nell'albo dei donatori; a dicembre uscirà la prima fanzine cartacea con le foto di tutte le donazioni e relativi donatori. Poi per i collezionisti che vogliono collaborare attivamente è possibile anche prestare dei pezzi. Abbiamo anche bisogno di persone che possano darci una mano con i social network, con il sito, con Photoshop, le schede dei giochi e altro. La differenza con l'altro museo è che noi non abbiamo "grandi mezzi di comunicazione" ma un "messaggio grande da comunicare": la passione! Dateci una mano e sosteneteci!

La mecca del videogioco 6

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A prima vista da quello che leggo e vedo dalle foto, direi che il vostro lavoro è fatto con vera passione videoludica. Il VIGAMUS si avvale della possibilità di essere guidato da personaggi ormai da anni nel mondo professionale dell’industria. La struttura è creata in modo professionale pulita ed essenziale. Personalmente, di VIGAMUS, abbiamo poco apprezzato il troppo spazio dedicato alle strutture di contorno con il conseguente impoverimento del cuore della struttura: il videogioco. Che cosa sono per voi i videogames??

la mecca

Questa è una bella domanda! Apparentemente semplice ma dannatamente complicata da rispondere in poco tempo. Passione è una parola che ho già detto, non la ripeto perché è essenziale.

Sicuramente noi non lavoriamo in riviste del settore ma ci sono persone molto preparate (un esempio è Max Pontello) che coadiuvano al successo del Museo e con le quali dimostreremo che i potenziali di crescita sono davvero tanti, la scientificità c'è tutta, l'interazione anche. Intendiamoci ci siamo autodefiniti Primo Livello perché sappiamo di essere appena partiti e che c'è ancora tanta strada da fare.

Aggiungo in ordine del tutto casuale emozioni, ricordi, amicizia, svago, cultura, brividi, adrenalina, un concentrato di emotività! Spero nel futuro di poter rispondere meglio a questo quesito perché non ne sono soddisfatto! Posso tenere aperta la domanda?

daruma avatar

Certo. A presto allora e buon lavoro.

13 commenti:

  1. Buonasera. Sono Luca Monticelli e rappresento l'Ufficio Stampa del Vigamus. Accogliamo con grande piacere la possibilità di replica. Sicuramente Marco Accordi Rickards risponderà volentieri alle sue gentili domande. :-)

    Nel frattempo però ci teniamo a sottolineare per l'ennesima volta che se NON si vuole seguire le regole dettate dalle leggi Italiane, allora possiamo dire quello che vogliamo e chiudiamo qui la questione. Purtroppo per Rosasco e la sua Mecca, la legge italiana parla fin troppo chiara, e visto che Moconesi fa ancora parte dello Stato Italiano (non ci risulta che lei sia diventato Imperatore dello Stato Libero di Moconesi il 20 maggio 2012... :-)) sarebbe il caso per lo meno di mettersi in regola per asserire ciò che non si è.

    Qui non esiste una discussione, come non esiste la rivalità, perché la Legge Italiana (sempre se ne vogliamo tenere atto visto che il Rosasco più volte ha asserito di non volerne tenere in considerazione, come nell'articolo di Z-Giochi) non riconosce La Mecca come entità museale. Quindi tutta questa diatriba che è stata messa in piedi non esiste, in quanto non vi sono altri Musei se non il Vigamus.

    Si fa presente al Sig. Rosasco per l'ennesima volta, e per dovere di cronaca a tutti i lettori, che per il riconoscimento dello status museale è necessario fare diretto riferimento al dettato e alle modalità applicative della Legge Regionale 42/1997 e, attraverso essa, al documento approvato, ai sensi del D. Lgs. N. 112/98 art. 150 comma 6, con Decreto Ministriale MIBAC del 10.05.2001 denominato “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppi dei musei”, inteso nei suoi punti essenziali.

    Basta leggere una sola delle specifiche, che ricordiamo essere le uniche VALIDE e riconosciute dallo Stato Italiano (sempre se si voglia parlare seriamente e non fare del trollaggio), per notare subito come “La Mecca” non possa essere classificata nemmeno lontanamente come istituzione museale così come Rosasco vuole per forza e a tutti i costi sostenere, in quanto non soddisfa le caratteristiche minime richieste dal Decreto Legislativo citato. Leggendo la lettera della Sovrintendenza, si evince per esempio che un Museo deve avere un minimo di 18 ore di apertura al pubblico SETTIMANALI (quindi giorni FERIALI) e anche FESTIVI (quindi NON solo l’ultimo sabato del mese). Già da questa affermazione, l’iniziativa amatoriale “La Mecca” non può rientrare di diritto nelle caratteristiche che un Museo deve avere secondo la Repubblica Italiana, perché apre una sola volta al mese, e di pomeriggio, non soddisfando così il parco ore settimanale richiesto dal MIBAC.

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  2. Fortunatamente ci sono leggi (e non citazioni di un vocabolario o frasi prese da Google) che disciplinano anche la materia in oggetto, altrimenti chiunque potrebbe asserire di avere un Museo in casa propria, come purtroppo sta accadendo a Moconesi. Probabilmente il Rosasco tramite Google non è riuscito a risalire a queste basilari ed essenziali informazioni che avrebbero di fatto chiuso la questione tanto tempo fa. Speriamo di avergli fornito un aiuto concreto per comprendere il concetto di fondo che sta alla base della sua, temiamo inutile, crociata (ma visto che è la terza volta che glielo facciamo presente e lui continua ad insistere col suo pensiero, temiamo che questo ulteriore suggerimento serva più che altro ai gentili colleghi della Stampa e ai lettori che potranno finalmente chiarirsi le idee in merito). Tra l'altro, cosa davvero singolare, la Mecca non è nemmeno riconosciuta dalla sua stessa Provincia, come invece lui allegramente continua a sostenere. Pensate che il Commissario Straordinario della Provincia di Genova, l'unico che avrebbe potuto dargli un riconoscimento, non sapeva nemmeno della sua esistenza. :-)

    Quindi, se si vuole continuare a dire le cose come stanno, o si dice finalmente con convinzione che non stiamo parlando di due entità comparabili, in quanto una NON è un Museo, o si perde solo del gran tempo e si fa del baccano che non ha alcun senso. Quindi non c'è un "primo" e un "secondo", in quanto la sua iniziativa non è un Museo riconosciuto dalle istituzioni, ma solo da lei. E se a lei non importa nulla che sia riconosciuta, ci permetta quindi di asserire che il Vigamus è l'unica e la prima in Italia, e la seconda in Europa. Quindi non si sta discutendo chi ha aperto prima o dopo. Perché chi ha aperto prima non è un Museo con carte in regola, non è una entità museale, non si può comparare con una struttura come il Vigamus.

    Vi rimando a tal proposito a una risposta estremamente chiara ed esaustiva sperando possa portare fine a questa ridicola discussione: http://www.comunicaroma.info/2012/il-vigamus-forse-e-il-solo/

    Sig. Rosasco, come vede l'intervista non è stata cancellata da alcuna minaccia (come millanta nella sua pagina Facebook), cosa che lei invece ha fatto al giornalista che ha permesso la replica. Queste cose dovrebbe raccontarle invece di fare vittimismo, e non scrivendo ai suoi sostenitori che è stato il Vigamus a farlo. :-)

    Ora se il Sig. Rosasco pensasse a cosa fare nelle poche ore di apertura mensili della sua esposizione amatoriale supportata dal suo Comune (visto che il comune ne paga tutte le spese, e per questo si può vantare di fare tutto gratuitamente, mentre il Vigamus paga affitti, bollette, personale non per guadagnarci ma perché essendo un Museo non a scopo di lucro mantiene viva la struttura acquistando per esempio nuovi pezzi da esporre - altra frase che lei ha detto cercando di diffamare il Vigamus), e lasciasse lavorare il Vigamus in santa pace senza trolleggiare allegramente, farebbe di più l'interesse dei videogiocatori e anche per la sua lodevole iniziativa amatoriale.

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  3. Ah Sig. Rosasco, ci piacerebbe che lei rispondesse all'email che le è stata inviata, dove oltre all'ulteriore spiegazione che le illustra i perché non è un Museo e non si può vantare di essere tale auto-nominandosi, il Vigamus le ha offerto per l'ennesima volta una apertura e una possibile collaborazione. Sarebbe almeno un segno di educazione da parte sua rispondere, anche se per una risposta negativa.
    Solo per farle capire, Sig. Rosasco, il "grande mezzo di comunicazione" è solo la mia agenzia e la mia grande passione. Non percepisco nemmeno un euro dal Vigamus o da chicchessia per questa iniziativa, perché la reputo unica nel suo genere e di grande prestigio. Nel segnale di apertura ci potrebbe essere anche il mio contributo. Ma usiamo sempre il condizionale. :-)

    Ultima considerazione. Nel suo mese di apertura di cose ne sono cambiate parecchie al Vigamus, e ci farebbe piacere se la redazione di Daruma tornasse a visitare il Museo per toccare con mano. Oltre ad aver organizzato un sacco di eventi importanti ed interessanti (tra cui il Commodore Memorial con la presenza di Michael Tomczyk, l'inventore del VIC 20 (è interessante vedere come i sostenitori della Mecca poi fanno amicizie con gli ospiti del Vigamus e addirittura si sentano orgogliosi di tale amicizie. Se non ci fosse il Vigamus probabilmente costoro non avrebbero queste grandi opportunità che La Mecca invece non può essere in grado di offrire. Quindi a che pro scatenare una guerra quando tutti possono trarne dei benefici?).
    Ora ci sono ben due sale interattive e numerose console attive e giocabili, oltre a vari coin-op d'epoca e più di 400 oggetti esposti (e migliaia catalogati in archivio).

    Lascio ora volentieri la parola al Dott. Marco Accordi Rickards, sperando che questa stupida ed inutile diatriba finisca presto.

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  4. Grazie per il tuo interessante intervento Luca, ho visto che hai postato anche con l'applicazione di Facebook. Il tuo commento non è stato rimosso, l'app di FB è ballerina non sempre viene visualizzata nelle pagine. Un problema che ancora non hanno risolto come si deve. Il prima possibile sarete contattati con le nostre domande. Grazie per la disponibilità.

    POSTO DÌ SEGUITO COME COMMENTO ANONIMO ANCHE L’’INTERVENTO DÌ MAX PONTELLO ANCHE LUI HA USATO L'APP FB.

    RispondiElimina
  5. Per totale trasparenza nei confronti dei lettori di questo blog riporto i passi citati da Luca Monticelli. Il Decreto legislativo da lui citato, ovvero D. Lgs. N. 112/98 art. 150 comma 6, riporta quanto segue: "6. Con proprio decreto il Ministro per i beni culturali e ambientali definisce i criteri tecnico-scientifici e gli standard minimi da osservare nell'esercizio delle attivita' trasferite, in modo da garantire un adeguato livello di fruizione collettiva dei beni, la loro sicurezza e la prevenzione dei rischi. Con apposito protocollo tra il Ministro per i beni culturali e ambientali e l'ente locale cui e' trasferita la gestione possono essere individuate ulteriori attivita' da trasferire." Non si dice molto, molto più interessante è il comma 4, che riporta:" 4. Il trasferimento della gestione ai sensi del comma 1, salve le f
    unzioni e i compiti di tutela riservati allo Stato, riguarda, in particolare, l'autonomo esercizio delle attivita' concernenti:
    a) l'organizzazione, il funzionamento, la disciplina del personale, i servizi aggiuntivi, le riproduzioni e le concessioni d'uso dei beni;
    b) la manutenzione, la sicurezza, l'integrita' dei beni, lo sviluppo delle raccolte museali;
    c) la fruizione pubblica dei beni, concorrendo al perseguimento delle finalita' di valorizzazione di cui all'articolo 152, comma 3."

    In pratica il ministero dei beni culturali, con questo decreto ha stabilita che le norme di definizione e organizzazione di un museo come istituto culturale vengono trasferite sotto la giurisdizione della regione di appartenenza. Per riferimento il decreto si può leggere qui: http://www.parlamento.it/parlam/leggi/deleghe/98112dl.htm

    Ovviamente sono andato anche a legge la legge regionale citata da Luca Monticelli, ovvero la legge regionale 42 del Lazio del 24 Novembre 1997 (che si può trovare qui: http://www.consiglio.regione.lazio.it/binary/consiglio/consiglio_argomenti/LR_42_97_beniculturali.1225704867.pdf)

    In particolare è interessante l'art. 14, dove si scrive:

    Art. 14
    (Albo degli istituti culturali regionali)
    1. Gli istituti culturali regionali di cui all'articolo 13, per usufruire dei benefici previsti dalla
    presente legge, debbono essere iscritti all'albo degli istituti culturali regionali, istituito presso la
    competente struttura della Regione.
    2. Ai fini dell'iscrizione all'albo, gli istituti devono possedere i seguenti requisiti: a) possesso della personalità giuridica pubblica o privata ai sensi degli articoli 11 e 12 del codice
    civile;
    b) disponibilità di una sede nell'ambito del territorio regionale (3b)i;
    c) disponibilità di un patrimonio costituito da beni storici, scientifici, artistici, librari, archivistici,
    audiovisivi, archeologici e monumentali nel territorio regionale;
    d) svolgimento di attività qualificata e continuativa per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei
    beni appartenenti al proprio patrimonio, al fine di consentirne un'ampia e corretta fruizione da parte
    della collettività regionale;
    e) costituzione da almeno cinque anni;
    f) rilievo scientifico del patrimonio dell'istituto come bene culturale la cui perdita rappresenterebbe
    un danno pubblico;
    g) fruibilità pubblica del patrimonio e dei servizi culturali dell'istituto per almeno venti ore
    settimanali a favore della comunità regionale;
    h) disponibilità nella regione di strutture, attrezzature ed organizzazione adeguate allo svolgimento
    della propria attività;
    i) assenza di scopo di lucro;
    l) svolgimento di attività di rilevante valore scientifico sulla base di una programmazione
    pluriennale.

    RispondiElimina
    Risposte

    1. Quindi al punto g si parla di 20 ore settimanali (non si capisce bene da dove derivino le 18 ore citate da Luca Monticelli) ma questo come già detto vale esclusivamente per la Regione Lazio, non per la Regione Liguria, territorio sul quale si trova la Mecca Primo Museo Videogioco. Inoltre, sempre nella legge regionale del lazio, si parla di 5 anni di durata dalla costituzione per potersi iscrivere all'albo delle istituzioni culturali nella regione Lazio. Ma quindi questo cosa significherebbe, che Vigamus, avendo aperto il 20 Ottobre 2012, non potrebbe definirsi museo prima del 20 Ottobre 2017?

      Senz'altro Luca Monticelli saprà chiarire tutti questi punti, attendiamo fiduciosi :)

      Elimina
    2. Il Vigamus ha già il riconoscimento del Comune di Roma, formalmente e di fatto.
      Il procedimento del conferimento dello status museale è una disciplina complessa e articolata, che certamente non può essere spiegata (e ci pare anche compresa) in due commenti fatti da una persona non addetta ai lavori che si basa su info prese da Internet.
      La sua risposta ci sembra confusa e non pertinente. Tira in ballo cose complicate in modo semplicistico, senza un nesso logico.
      Il VIGAMUS nasce da ben altri presupposti.
      Vi propongo di andare a Roma a parlare con i titolari del vero museo del videogioco, così proveranno a spiegarvi meglio tali difficili procedure.
      Piuttosto, saremmo tutti curiosi di vedere le carte e le strutture di questo museo di Moconesi.
      Abbiamo verificato sia con la Provincia di Genova, sia con il Comune di Moconesi: la Mecca purtroppo non ha alcun riconoscimento, solo una concessione degli spazi in un preesistente Polimuseo, in una scuola pubblica (ora anche parzialmente non agibili per infiltrazioni d'acqua).
      Questo porta chiunque a capire che si tratta solo di una lodevole, pregiata, piccola iniziativa amatoriale in un piccolo paesino nell'entroterra Ligure.

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    3. http://www.approdo.eu/2013/02/la-mecca-del-videogioco-non-e-un-museo.html

      E con questa la chiudiamo qui.

      Elimina
  6. Minchia, il Vigamus è il primo museo del videogioco in italia? Esticazzi?

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  7. Che brutta storia...mamma mia...ma quelli che dovrebbero essere "i professionisti" del settore, non si sentono un po sminuiti dal non essere riusciti a creare nulla prima di 4 ragazzi di campagna nell'entroterra ligure, se non grandi proclami? Aspettavano "l'endorsement"?

    E questi geni sono quelli che dovrebbero rappresentare l'industria?
    Amici e collaboratori di chi ha presentato in pompa magna "gioventu ribelle"?

    Ma la querela nei confronti della Mecca che senso ha?
    Se Vigamus non ha scopo di lucro, il danno dove risiede, che si sentono meno fighi e quindi si attacano a cavilli giuridici opinabili?

    Ma un po di vergogna in fondo non la provate?

    No, bisogna essere fieri dei Raul Carbone e tutta la cricchetta che gravita attorno al Vigamus, ovvio, negare tutto, anche l'evidenza.
    E Ruby è la nipote di Mubarak.

    Non mi firmo perche ho paura delle loro querele.

    RispondiElimina
  8. pare oltretutto che al vigamus NON paghino il personale, e sfruttino ragazzi senza dare loro un centesimo! Anche io voglio restare anonimo. Ciao da Luigi

    RispondiElimina
  9. Ahhahaha. Diamo solo un po' di tempo, i 4 ragazzi di campagna :-) sapranno rispondere adeguatamente. La Mecca è un museo a tutti gli effetti, piuttosto siamo sicuri che il Vigamus lo sia? Dal decreto citato pare che il Vigamus non abbia i titoli (occorrono 5 anni di effettiva apertura) mentre la Mecca si perchè la regione Liguria non ha adottato la legislazione nazionale, quindi per una specie di vuoto normativo si profilerebbe una realtà ben diversa da quanto descritto da Monticelli. Vogliono ancora andare avanti con i cavillibus per negare la realtà dei fatti? Vogliono mettere a tacere con minacce di querela a destra e a manca? Si stanno scavando la fossa con le loro mani...

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    Risposte
    1. http://www.approdo.eu/2013/02/la-mecca-del-videogioco-non-e-un-museo.html

      E con questa la chiudiamo qui.

      Elimina

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