REGIA: Roberto Faenza, Filippo Macelloni
SCENEGGIATURA: Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo
PRODUZIONE: Ad Hoc Film
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Italia 2011
GENERE: Documentario
DURATA: 85 Min
FORMATO: B/N-Colore
Sito Ufficiale
Dagli autori de La casta, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo
Trama:
Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. Col tempo, tutto ha cominciato a ruotare sempre di più intorno a lui. Solo a lui. Ossessivamente a lui: Silvio Berlusconi. Che, comunque la si pensi, al di là dei meriti per cui lo osannano e dei demeriti per cui lo disprezzano, è uno strepitoso personaggio della commedia dell'arte, capace di offrire miriadi di spunti per un'avventura cinematograficamente immaginabile.
Commento (di BettyBoy):
Sia la realizzazione sia il commento di un film del genere è più complesso di quello che si possa credere. Cosa c’è che non è stato ancora detto di Berlusconi mi sono chiesta? Nulla, è stato detto tutto e per parafrasare Nanni Moretti: "Chi voleva sapere sa".
Devo dire che il documentario di Faenza non sorprende, fondamentamente propone un sunto dello psicocodramma nazionale degli ultimi 20 anni che va comunemente sotto il nome di Berlusconi. Si tocca un po’ tutto: la famiglia natia, l’infanzia e la giovinezza, le autocelebrazioni di cattivo gusto dell’uomo di potere (Arcore -la versailles del terziario-, l’elicottero nel giardino di casa, il mausoleo di famiglia) i meravigliosi film di Veronica Lario, le amicizie importanti (Craxi, Confalonieri, Dell’Utri, Fede), i nemici celebri (Biagi, Montanelli, Luttazzi, Travaglio), la selezione della classe dirigente maschile e femminile, gli scandali sessuali, il divorzio, fino ad arrivare alla domanda di sempre, da dove derivano i 115 miliardi in contanti serviti per costruire Milano 2?
Ma cosa c’è di nuovo sul fronte occidentale? Nulla, sennonché ad analizzare bene le strategie di marketing di colui che ha indubbiamente stravolto e svecchiato la comunicazione in italia degli ultimi 20 anni non si può che cogliere una paternalità insopportabile e una volgarità inaudita. Nel documentario si ripropongono tutte le fasi della retorica utilizzate dal comunicatore Berlusconi: retorica erotica, cattolica, anticomunista, l’odore si santità, sulla famiglia, il superuomo, l’uomo che si è fatto da solo…
Come è possibile che il paese che vanta una delle culture più importanti del mondo sia ancora così provinciale e infantile da avere necessità della ispirazione paternalistica di una figura come Berlusconi (‘l’uomo di provvidenza’). Come è possibile che la comunicazione più efficace negli ultimi 20 anni sia così profondamente retorica?? Coma ci manca per crescere? Questa è la domanda che instilla Faenza nelle nostre teste. Ai posteri l’ardua sentenza. (by BettyBoy)
Pro.
Utile per chi avesse vissuto su marte negli ultimi 20 anni.
Si ride abbondantemente (per non piangere).
Contro.
Chi si attende una chiave di lettura nuova del ventennio berlusconiano rimarrà deluso.
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